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Brianza, il lavoro dopo il Covid: persi oltre 53mila posti

Il dato drammatico reso noto dalla Cisl: 53mila posti persi in Brianza dopo il Covid. I più colpiti i lavoratori a tempo determinato o in somministrazione. Tra i settori, il commercio e i servizi.
Rita Pavan ed Enzo Mesagna della Cisl Monza Brianza Lecco
Rita Pavan ed Enzo Mesagna della Cisl Monza Brianza Lecco Foto Fabrizio Radaelli

Precipitano i dati occupazionali e aumentano vertiginosamente le ore di cassa integrazione. È un quadro a tinte fosche quello che ritrae l’andamento del lavoro nella nostra provincia presentato giovedì mattina da Cisl Monza Brianza Lecco.

«Avevamo chiuso il 2019 relativamente bene-ha esordito la segretaria generale Rita Pavan- il tasso di occupazione era salito al 68,4% contro il 67,4% dell’anno precedente con 390.000 occupati in totale, ben 5000 in più rispetto al 2018. Poi è arrivato lo tsunami». Nel primo trimestre di quest’anno il rapporto tra assunzioni e cessazioni registra un saldo negativo di 18.428 unità: alle 35.251 assunzioni si contrappongono 53.679 cessazioni malgrado il blocco dei licenziamenti deciso dal Governo che resterà in vigore fino al 17 agosto.

“A perdere il lavoro –ha sottolineato Enzo Mesagna, responsabile del dipartimento lavoro Cisl Mb Lecco-sono stati i lavoratori tempo determinato o a somministrazione a cui non è stato rinnovato il contratto. E non dimentichiamoci degli stagionali che non sono stati nemmeno assunti». Guardando ai settori , il più colpito è quello del commercio e dei servizi che a fronte di 25.675 avviamenti (73% del totale) tra gennaio e marzo ha fatto registrare ben 41025 cessazioni (76% del totale). Non se la passa bene neppure l’industria che ai 6364 avviamenti contrappone 8627 cessazioni.

Maggiori particolari e dati su il Cittadino in edicola sabato 4 luglio.