«Il giorno dopo il sentimento che domina è la soddisfazione. Anche se non nego che vi sia comunque un po’ di amarezza». Davide Erba, già proprietario e presidente del Seregno calcio, commenta così i deferimenti di Ninni Corda, Cristian Anelli e Federico Gentile, decisi dalla Procura federale della Figc, in coda all’inchiesta condotta dopo il clamore provocato in autunno del licenziamento di Corda, scelto solo pochi mesi prima come direttore generale.
«L’amarezza c’è – continua ancora Erba – perché questo passo non cancella ciò che di grave è accaduto. Il lavoro della Procura ha avvalorato quello che io avevo sempre sostenuto fin dall’inizio. Ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine la verità è venuta a galla».
L’attenzione si sposta quindi sul prossimo futuro: «Ora aspettiamo le squalifiche, per capire quale sarà la loro entità. Il mio auspicio è che un personaggio come Corda sia finalmente estromesso in modo definitivo dal mondo del calcio. In queste ore, non ha avuto la dignità di rimanere in silenzio, ma subito è partito all’attacco, minacciando di pubblicare contenuti di conversazioni private, una circostanza che lo farebbe incorrere in un reato. Ma questo è il suo stile».
Adesso per Erba potrebbero riaprirsi le porte del mondo del calcio: «La voglia di rientrare c’è, ma occorre anche che vi siano le condizioni per poterlo fare. Se riscontrassi un’opportunità interessante, mi muoverei di conseguenza. Il Seregno? Rimango il suo primo tifoso, ma oggi ha una nuova proprietà…».