Monza in Serie A, Paolo Berlusconi: “Ecco di chi sono i meriti della promozione”

Il presidente del Monza e la promozione in serie A dei biancorossi a 110 anni dalla fondazione
Paolo Berlusconi nella redazione de “il Cittadino”
Paolo Berlusconi nella redazione de “il Cittadino”

No, non è stata una partita di playoff. Semmai “è stata ‘la’ partita del Monza. Una gara che ha sintetizzato tutta la sua storia”. Il Monza, per andare in A, non conosceva altre strade. Se non quella di imboccare l’ultimo chilometro di una strada lunga 110 anni e di inforcare i pedali perla salita finale, asperrima e maledetta come quella che portava a Pisa. Logico è che tagliare il traguardo per primi, lassù al termine della finale playoff, abbia ora un sapore tutto diverso. Paolo Berlusconi sa che l’impresa dei suoi ha qualcosa di epico, per il valore del risultato raggiunto ma anche per il modo con cui è stato ottenuto. “All’andata avevamo dominato, poi quel gol sul finire della partita. A Pisa, i primi dieci minuti di sofferenza, la reazione, la riorganizzazione, il risultato ribaltato. Un andamento simile alla stagione, in cui si vinceva, poi si pareggiava. Ma alla fine è venuto fuori il Monza, grazie anche a quella panchina lunga”. Un elettrocardiogramma di emozioni, saliscendi di umori contrastanti, fino all’estasi. “Ma io, la partita l’ho potuta vedere solo dopo”, confessa Berlusconi. Assente a Pisa, come invece non era stato a Perugia nell’ultima di B, che già poteva essere decisiva. “Sento molto la partita e i medici mi hanno sconsigliato di guardarla. Così ho spento i telefoni e guardato un film. Li ho riaccesi quando presumevo fossero finiti anche i supplementari. Ho preservato il mio cuore. E visto come è stata la partita, ho fatto bene”, sorride il presidente.

Monza in A, Paolo Berlusconi: “I meriti di Silvio e di Galliani”

Il Monza, del resto è questo. Lo stesso che a Cittadella, “alla 28esima, con soli 9 uomini in campo, ha avuto la forza di difendersi strenuamente e vincere all’ultimo minuto. Una di quelle occasioni che si possono interpretare come segno del destino”. O prova di maturità e carattere. I meriti di tutto questo, Berlusconi li distribuisce allo staff, alla dirigenza, ai giocatori. Ma il punto di partenza non può che essere suo fratello Silvio. “Perché è il locomotore di tutto. Anche con i suoi consigli tattici, che condivido sin dai tempi dell’Edilnord. L’impostazione del gioco dal basso porta a perdere statisticamente il 50% delle palle, meglio buttarla nella metà campo avversaria”, esemplifica il numero uno biancorosso. “Senza Silvio non saremmo mai arrivati fin qui. Io sono il presidente, ma lui è il presidentissimo. E poi il merito va a Galliani, vero artefice della costruzione di questa squadra”. Che ha tre volti su tutti, da piazzare in copertina. Anche qui, Paolo Berlusconi non ha dubbi: “Penso a Di Gregorio, il nostro portierone, che ha l’unico difetto di arrivare dall’Inter. A Mota Carvalho, che con i suoi gol ma anche in caso di errore, non ha mai perso il sorriso. Dando il giusto valore al calcio, che resta un gioco. E penso a il nostro capocannoniere danese, Gytkjaer, umile e professionale: con i suoi 5 gol in 4 partite ha stabilito un record”. La seconda fase di campionato, semmai, ha visto un Colpani più discontinuo rispetto alla prima parte di stagione. Nonostante le parole di apprezzamento del patron Silvio. Che è rimasto sorpreso di questa flessione? “Mio fratello è un grande conoscitore di calcio e in Colpani ha visto l’atleta esteticamente elegante, con una tecnica indubitabile, molto giovane. Come sempre, nel calcio influisce molto la forma fisica, che può calare. Ma Colpani è e certo sarà un uomo molto importante per noi”, sottoscrive il pres.

Monza in A, Berlusconi: intitolazione di Monzello e stadio

Che un merito grande così lo attribuisce a Stroppa: “Dico che ha fatto un po’ come Ibra al Milan. Giovannino in questa promozione ci ha sempre creduto e nonostante gli alti e bassi non ha mai perso la determinazione”. La stessa che ora il Monza adotterà per il grande salto. A cui si prepara con gli interventi alle infrastrutture. A partire dall’intitolazione di Monzello alla memoria di papà Luigi. “Questa è sicuramente l’occasione adatta e per i primissimi giorni di luglio si potrà fare. Per noi sarà una gioia e un onore, nel nome del nostro genitore che ci portava per mano a vedere le partite del Milan. Al prossimo Trofeo Berlusconi non ci abbiamo ancora pensato, diciamo che ultimamente avevamo altri pensieri per la testa…”, continua il primo dirigente, riferendosi ai playoff. Che sull’ampliamento dei posti allo stadio spiega: “Dobbiamo fare i conti con la necessità di giocare. Non abbiamo campi alternativi”, ma il progetto di ampliamento posti potrebbe spingersi sino “a un massimo di 20 o 25mila posti”.