«Monza è la storia, ma la Formula 1 si paga». È scolpito sull’asfalto cinese, dove si disputa il quarto appuntamento del Mondiale, il Bernie Ecclestone pensiero. L’intervista alla Gazzetta dello Sport del padre padrone della Formula 1 riaccende la questione del rinnovo oltre il 2016 tra l’organizzazione della massima categoria del motorsport e il tracciato brianzolo. Che da Shanghai sarebbero emerse novità lo aveva lasciato intendere anche Ivan Capelli, presidente dell’Automobile club Milano, l’ente che tramite Sias governa Monza. Il numero 1 di Corso Venezia aveva specificato, alla presentazione delle linee guida di sviluppo dell’autodromo, la volontà di avere un faccia a faccia con Ecclestone per discutere dei tempi e dei modi del rinnovo.
«La situazione di Monza è molto semplice. Due anni fa avevo fatto un accordo con una delle persone che ora non sono più coinvolte nell’autodromo», spiega Ecclestone. E il riferimento è all’ex presidente Acm, Carlo Edoardo Valli, ricevuto nel paddock monzese insieme al governatore lombardo Roberto Maroni. «L’accordo prevedeva che per Monza venissero applicate le stesse condizioni economiche degli altri circuiti europei», con il raddoppio delle quote sino ai 20 milioni di euro. «Tutto fatto, tutto a posto, strette di mano. Non è successo nulla…». La situazione quindi è presto detta: c’è un contratto per la gara di quest’anno, non per le stagioni successive. E sconti in vista non pare che ne possano essere. «Perché fare condizioni diverse da Zeltweg o Spa? Monza è la tradizione, ma la Formula 1 si paga».