Calcio, gli arbitri internazionali Marco Guida e Simone Sozza si raccontano

L'incontro a Seregno ha preceduto la cena di Natale della locale sezione dell'Aia, in cui sono stati premiati i tesserati più meritevoli nel corso del 2025
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Da sinistra, Simone Sozza, Marco Guida e Maurizio Losa

Essere arbitro. Regole, responsabilità, rispetto e coraggio”. È questo il tema che, per iniziativa della locale sezione dell’Aia (associazione italiana arbitri di calcio), è stato affrontato martedì 2 dicembre ne L’Auditorium di piazza Risorgimento a Seregno, in un incontro inserito nel programma di Seregno città europea dello sport, che ha visto protagonisti i direttori di gara internazionali Marco Guida, tesserato per la sezione di Torre Annunziata, e Simone Sozza, che invece è il fiore all’occhiello proprio del gruppo seregnese. I due si sono raccontati rispondendo alle domande di Maurizio Losa, già vicedirettore di Rai Sport. «Non siamo infallibili -ha spiegato Guida, che ha esordito in serie A nel 2010-. Oggi il calcio è cambiato e si riesce ad accettare di più l’errore. Il Var ci aiuta e dà un servizio alle squadre, che poi è il nostro ruolo». Dal canto suo, Sozza ha messo sotto la lente le possibili ricadute negative nel sistema calcio di comportamenti sbagliati ai massimi livelli: «L’accerchiamento di un arbitro in serie A può diventare, in un campo di periferia, un pugno o qualcosa di più grave. L’esempio deve partire dall’alto. A me capitò in Prima categoria di ricevere un calcio: tornata la calma, sbagliai a terminare la partita. Invece, avrei dovuto andarmene». Guida dal canto suo ha definito la violenza «una piaga culturale. Abbiamo ottenuto che picchiare un arbitro sia un reato equiparabile a picchiare un pubblico ufficiale. Chi giudica, spesso è visto male. Ma noi siamo ragazzi normali, che amano lo sport. Siamo in campo inseguendo il nostro sogno, spesso bersagli di insulti a prescindere. È una questione di educazione». Sozza si è poi detto consapevole della sua riconoscibilità in città, pur se ha aggiunto che «non si sono mai verificati episodi spiacevoli per questo».

Calcio: tante le premiazioni nella cena di Natale

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Francesco Giannotta, quarto da sinistra, al momento della consegna del premio presidenza. Con lui, gli ex presidenti Luciano Aceti e Cristian Brasi, il presidente Stefano Annoni e gli altri ex presidenti Santo Aceti e Genesio Cesana

Concluso l’appuntamento, i presenti si sono spostati in un ristorante della Brianza lecchese, che ha ospitato la tradizionale cena di Natale, cui hanno partecipato gli stessi Guida e Sozza. «La cena -ha spiegato in questa sede il presidente di sezione Stefano Annoniè un momento per fare il punto della situazione per il 2025, che per noi è stato un anno importante, caratterizzato da molteplici passaggi di categoria». Tra i risultati da ricordare, figura anche il recente debutto in serie A dell’assistente Stefano Galimberti, designato per la gara Torino-Como. «Siamo molto soddisfatti -ha proseguito Annoniper quanto fatto nella Can, ma non ci dimentichiamo della base, dove abbiamo molta qualità». Una qualità testimoniata dalle premiazioni. L’elenco ha compreso gli arbitri dell’organo tecnico sezionale Lorenzo Candelo, Samuele Sala, Salvatore Raffa, Federico Conserva, Matteo Molena e Riccardo Turati, l’osservatore arbitrale dell’organo tecnico sezionale Simone Discianni, gli arbitri dell’organo tecnico regionale Marco Rastellino e Rossella Daidone, l’assistente dell’organo tecnico regionale Andrea Stracquadaini, l’arbitro di calcio a 5 Alberto Ferraro, l’assistente arbitrale nazionale Glauco Zanellati, il tesserato che ha diretto il maggior numero di partite Sufi El Medi ed il dirigente Claudio Somaschini. Il premio intitolato a Graziano Ambrosoli, destinato al miglior giovane, è stato assegnato ad Adam Dahir, mentre il premio presidenza è andato a Francesco Giannotta.

L'autore

Seregnese, classe 1973, lavoro a “Il Cittadino di Monza e Brianza” dal 1998 e mi occupo dei paesi della Brianza Nord. Presidente del Circolo culturale San Giuseppe di Seregno tra il 2013 ed il 2019, ho curato in prima persona o partecipato alla stesura di più di una ventina di pubblicazioni, tutte riguardanti storie o personaggi della città in cui sono cresciuto e vivo.