Wow, il portale che trova lavoro ai ragazzi con sindrome di Down

Progetto dell’associazione Capirsi Down. Due mamme mettono in contatto aziende e ragazzi, per mostrare le potenzialità delle persone con la sindrome di Down. Non ultime la simpatia e la spontaneità.
Il lavoro è un importante passo verso l’autonomia
Il lavoro è un importante passo verso l’autonomia

Come una piacevole meraviglia. Il nome del progetto, Wow, coglie nel segno, lasciando immaginare lo stupore per un’assoluta novità nell’ambito delle associazioni impegnate per le persone con sindrome di down. “Wow! Wonderful Work” è il nuovo portale per l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con un cromosoma in più. Un’idea nata dall’associazione Capirsi Down di Monza, con la collaborazione di Agdp (Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down) e l’associazione milanese Vivi Down. In pratica, attraverso strumenti digitali e non, un network connette fra loro persone e aziende per dare così una opportunità lavorativa a chi ha la sindrome di Down e troppo spesso, secondo schemi rigidi e superati, può al massimo permettersi di essere impiegato in lavori manuali, semplici e ripetitivi.

Barbara Sala e Chiara Laghi sono le due monzesi, alla soglia dei 40 anni, ideatrici del progetto. Ad accomunarle non è solo l’età e la città in cui vivono. Entrambe hanno tre figli ed il terzo é nato con un cromosoma in più. I bimbi speciali di Barbara e Chiara hanno poco più di un anno. E per loro, e per tanti altri, le due mamme hanno scelto di stare in primo piano per puntare verso un’autonomia possibile, ben lontana dal mero assistenzialismo che per decenni ha relegato i ragazzi con sindrome di Down a professionalità limitate o peggio ancora, al termine del percorsi scolastici obbligatori, ad attività sporadiche.

“Wow! Wonderful Work”, che ha ricevuto anche il finanziamento della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e il patrocinio della Provincia, vuole far cambiare decisamente rotta, e mentalità, partendo da un punto fermo: le persone con disabilità intellettiva possono rappresentare un’autentica risorsa per le aziende, che scoprono attraverso il portale di poter contare su persone che hanno particolari potenzialità. Non ultime la simpatia e la spontaneità.

«Sarebbe inutile nascondere il fatto che di fronte alla nascita di un bimbo con sindrome le lacrime versate sono tante»

si confessa Barbara, che ha scoperto la trisomia 21 di suo figlio solo alla nascita. Altre amiche lo hanno saputo prima, ma nulla è cambiato nella scelta di avere un figlio.

«Questi bimbi sono solo bimbi speciali, nella vita concreta poi può essere meno difficile di quello che sembra – continua Sala -. L’importante è non isolarsi, non chiudersi come famiglia. La presenza di due fratellini (di 6 e 5 anni, ndr) aiuta».

Sono infatti i bambini, senza schemi e senza stereotipi, ha dare la vera misura delle cose. «Ho cercato di spiegare loro, sotto forma di fiaba, la particolarità del loro fratellino – racconta la monzese – ma per loro il problema non esiste. Siamo noi adulti a vedere il diverso, i piccoli hanno risorse immense in questo senso e ci possono aiutare».

Le persone con sindrome di Down alle quali si rivolge Wow vanno dai 18 ai 28 anni. In una sola settimana di attivazione, il portale ha già registrato l’iscrizione di 20 ragazzi. L’incontro con le aziende avverrà con la realizzazione, attraverso metodologie ad hoc, di un’analisi sistematica del potenziale dei ragazzi per concretizzare così l’impegno di famiglie, associazioni e operatori.

All’iniziativa collabora anche Bnl Gruppo Bnp Paribas che si occupa attraverso specialisti del percorso di selezione dei candidati. A sostegno del progetto anche Federfarma Milano. Il 7 novembre, a Milano, i ragazzi delle associazioni parteciperanno a una giornata di incontro con selezionatori ed esperti provenienti da diverse aziende. L’obiettivo sarà farsi conoscere. E provare a immaginare insieme un futuro, nel mondo del lavoro.