Vimercate – Ha sfondato a mani nude i vetri di un paio di porte dell’ospedale cittadino e poi ha continuato la scenata nella caserma dei carabinieri di via Chiesa dove a perire è stata una finestra. L’arresto è stato inevitabile e il tribunale ha stabilito una pena di 4 mesi e mezzo che l’iracondo protagonista dell’incresciosa vicenda sconterà agli arresti domiciliari. Lui è Massimo C., 42 anni, sposato, residente a Cavenago e pregiudicato per reati contro il patrimonio e per un episodio legato agli stupefacenti (reati che peraltro risalgono a diversi anni fa).
Non è chiaro cosa abbia scatenato la sua furia, ma pare che lunedì scorso, quando si è recato in ospedale per far visita alla moglie ricoverata dopo un piccolo incidente stradale, fosse già alterato dall’alcol e chiaramente predisposto ad attaccare briga. In reparto è partito il litigio con un parente che, solo per un soffio, non si è trasformato in pestaggio sotto gli sguardi impotenti e preoccupati dei presenti. Allarmato dai toni accesi, il personale ha chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati dalla stazione di Vimercate e che hanno fatto allontanare l’uomo dall’ospedale, scongiurando il precipitare della situazione.
Alla vista delle uniformi, il 42enne si è calmato e si è scusato per il contegno, promettendo che non sarebbe più accaduto un episodio del genere. E invece, il giorno seguente, la situazione è degenerata, fino all’arresto. L’uomo è tornato in ospedale a trovare la moglie, probabilmente ancora sotto effetto dell’alcol, e ha cercato di farsi aprire la porta del reparto, in quel momento ancora chiusa. Il personale non ha accolto la prepotente richiesta e il marito della paziente ha dato in escandescenze. In prima battuta ha sfondato a pugni il vetro della porta del reparto, poi sono arrivati nuovamente i militari della stazione di Vimercate, ma questa volta Massimo C. non si è placato.
Venuto alle mani con i carabinieri, uno dei quali è finito con la divisa strappata, ha continuato la sua sfuriata, rompendo un altro vetro, fino a quando non è stato arrestato e condotto in caserma per le procedure del caso. Anche qui lo show è proseguito e in frantumi è andato il vetro della finestra di una stanza. Il processo per direttissima, per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, si è tenuto il giorno dopo a Monza, dove al focoso marito è stata comminata una pena di quattro mesi e mezzo agli arresti domiciliari. Massimo C. però, su disposizione del giudice, non sconterà il periodo a Cavenago, da dove si è pensato che potrebbe allontanarsi ancora indisturbato, ma presso l’abitazione dei genitori a Cologno Monzese.
Valeria Pinoia