Vimercate, omicidio di via AdigePer le indagini la pista è familiare

La certezza è che Antonio Campanini e Azucena Moreno conoscevano molto bene il loro assassino. Le indagini degli investigatori sul duplice omicidio di Vimercate si sono indirizzate sulla pista familiare. Interrogati i figli dell'ingegnere: il maggiore, Aldo, ha prodotto un alibi.
Vimercate, omicidio di via AdigePer le indagini la pista è familiare

Vimercate – Un duplice omicidio commesso da qualcuno che la coppia conosceva. È questa la verità che si nasconde nel salotto di via Adige 23 dove mercoledì pomeriggio sono stati trovati i corpi di Antonio Campanini, ingegnere di 81 anni, e di Azucena Moreno Laino, argentina di 78 anni, un tempo sua badante ma da molti anni sua compagna di vita. Ufficialmente le indagini dei carabinieri sono ancora estese a 360 gradi. Se ne occupa la sezione omicidi del Nucleo investigativo del Gruppo di Monza con la compagnia di Vimercate.
I militari hanno sentito per almeno due volte (ancora venerdì mattina) il badante, l’orientale che da poco Campanini aveva regolarizzato e con il quale pare andasse d’accordo. Sono state ascoltate poi persone legate all’attività professionale dell’ingegnere e alla cerchia delle amicizie. L’attenzione però sembra puntata sull’ambito familiare che peraltro non risulta particolarmente affiatato.

Il figlio Aldo, quarantenne che risiede in città con moglie e figli, socio del padre nello studio immobiliare adiacente alla casa di via Adige, è stato ascoltato di persona solo giovedì. Il giorno del ritrovamento, mercoledì, si trovava con la famiglia a Madesimo dove pare fosse arrivato il 24 dicembre. Ha prodotto un alibi ancora da verificare che lo collocherebbe in montagna, a cena con moglie e amici. Neanche le due figlie si sono presentate sul luogo del delitto. La maggiore, Elena, nata da una vecchia relazione, risiede nei dintorni di Parma, città d’origine di Campanini. Aveva contatti saltuari con il padre, agevolati piuttosto che ostacolati proprio dall’argentina; è stata ascoltata solo telefonicamente. Laura è invece arrivata in caserma giovedì mattina insieme al marito. Vivono a Milano e vedevano raramente l’ingegnere.

L’anziano pare trascorresse la maggior parte del suo tempo con la compagna, una frequentatrice della Sala del Tempio dei testimoni di Geova di Arcore della quale vicini e conoscenti citano il «carattere delizioso». Avevano anche pensato alle nozze e proprio lei si era recata in Comune per chiedere quali documenti dovesse preparare per un eventuale matrimonio. La data comunque non era ancora stata fissata e non è detto che la questione abbia una parte nell’omicidio.

Le indagini degli inquirenti per ora non hanno portato a iscrizioni nel registro degli indagati, ma all’appello mancano ancora elementi sostanziali. Come i risultati dei rilievi scientifici e l’esito dell’autopsia prevista per oggi. Da quest’ultima ci si aspettano informazioni determinanti sulla causa della morte.
Valeria Pinoia

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