Vimercate, morì in un cantiereAlla sua famiglia 650mila euro

Vimercate, morì in un cantiereAlla sua famiglia 650mila euro

Vimercate – Oltre mezzo milione di euro alla vedova e ai tre figli minori di Segundo Mariano Gomez Munoz, il lavoratore ecuadoriano clandestino morto nei giorni seguenti una caduta da un ponteggio allestito in un cantiere edile di Oreno, avvenuta il 19 aprile 2001. L’operaio il cui corpo morente venne lasciato in mezzo alla strada, per fingere un investimento stradale. Una vicenda per la quale sono già state emesse due sentenze di condanna in sede penale: un anno e sei mesi con pena sospesa (pena patteggiata) a Nicola Di Biase, titolare della ditta individuale cui erano stati subappaltati i lavori di sigillatura nel cantiere di via San Francesco, nonché datore di lavoro di Gomez, muratore “in nero”, e due anni e tre mesi a Silvano Verzelletti della Costruzioni Generali srl, l’azienda che aveva in appalto i lavori del cantiere.

Verzelletti è anche l’imprenditore che, in virtù della recente sentenza emessa dal giudice del tribunale civile Francesca Saioni, dovrà risarcire i familiari dell’immigrato ecuadoriano, la vedova Hilda Marina Gomez, e tre figli minorenni. Silvano Verzelletti e la Costruzioni, avevano contestato tutte le pretese risarcitorie avanzate nei loro confronti, cercando di scaricare tutte le responsabilità dell’accaduto su Nicola Di Biase. Il giudice Saioni, tuttavia, si è avvalsa di quanto emerso nell’istruttoria del processo penale nell’attribuzione della responsabilità. “Le prestazioni di Di Biase all’interno del cantiere erano di pura manovalanza, da eseguirsi sotto la direzione di Verzelletti e Antonio Maestrelli (capo cantiere, per lui il giudice penale aveva trasmesso gli atti del processo in procura ndr), con il materiale e le attrezzature messe a disposizione dalla Costruzioni Generali srl”, scrive il magistrato di Monza nelle motivazioni della sua pronuncia.

I due vengono indicati come coloro che “in pratica, si occupavano di seguire e gestire l’attività del cantiere di Oreno”. Circostanza, questa riferita da vari testimoni, “compreso lo stesso Maestrelli”. Gli stessi imprenditori, infine, sono “coloro che sottoscrivono i verbali di sopralluogo redatti con il coordinatore per la sicurezza”. Per questo la condanna al risarcimento è stata pronunciata contro Silvano Verzelletti, che deve in solido con la costruzioni Generali srl la somma di 550mila euro (rivalutata dagli interessi), oltre a 90mila già avuti come provvisionale, al pagamento delle spese processuali, in favore della vedova e dei figli del muratore, il cui legale aveva chiesto 800mila euro.
Federico Berni