Giussano – Chiesti sette e sei anni di reclusione per Salvatore Mancuso ed Enrico Barone, accusati di associazione a delinquere finalizzata all’usura nei confronti di due imprenditori lombardi. Le richieste di condanna sono state avanzate martedì pomeriggio dal pm Salvatore Bellomo, dopodiché il tribunale ha rinviato il processo al 7gennaio, data in cui prevista la discussione della difesa e la sentenza. L’accusa è maturata nell’ambito dell’Operazione Sunrise, che nel 2006 portò a decine di arresti per droga, truffa e usura, e a diverse condanne, tra cui anche due per usura pronunciate nei confronti di due personaggi indicati come il “braccio armato” di Mancuso.
Quest’ultimo, all’epoca, era stato arrestato per possesso di armi da guerra. Un autentico arsenale trovato in un box di Seregno. Carabinieri e magistrati hanno sempre messo in evidenza il legame di Mancuso con l’omonimo clan ‘ndranghetista di Limbadi in provincia di Vibo Valentia, anche se salvatore Mancuso non ha mai ricevuto condanne per associazione mafiosa. Nella sua requisitoria, il pm ha sottolineato come il nome di Mancuso venisse utilizzato da Barone per far paura ai debitori ed indurli a pagare senza far storie, sottolineando la “grande disponibilità di contanti in uso a Barone e la mancanza di documentazione che comprovasse questi movimenti di denaro”. Secondo l’accusa, i due avrebbero prestato soldi pretendendo un tasso del 20% mensile nella restituzione degli stessi.