Una bella esperienza: metti un sabatocon gli ex alunni a raccogliere farmaci

Un insegnante di scuola elementare ora in pensione racconta la giornata di sabato 11, passata con dei suoi ex alunni in una farmacia arcorese a raccogliere farmaci da donare ai poveri. Un'esperienza di amicizia rafforzata dal gesto di condivisione del bisogno.
Una bella esperienza: metti un sabatocon gli ex alunni a raccogliere farmaci

Arcore – Un insegnante di scuola elementare ora in pensione racconta la giornata di sabato 11, passata con dei suoi ex alunni in una farmacia arcorese a raccogliere farmaci da donare ai poveri. Un’esperienza di amicizia rafforzata dal gesto di condivisione del bisogno. Per la cronaca, la raccolta ad Arcore, ad opera di volontari, è andata così: nella farmacia Centrale Gianotti raccolti 202 farmaci; in quella di via Manzoni: 66 (aperta solo mezza giornata);a cascina del Bruno del Bruno (quella di cui si parla nell’articolo che segue): 89; alla farmacia via Gilera: 153.

Sabato 11 febbraio giornata del Banco farmaceutico: nelle farmacie che hanno dato la loro disponibilità a questa iniziativa, gruppi di volontari hanno collaborato alla raccolta di farmaci da banco destinati ad opere benefiche, per mezzo delle quali si risponde alle comuni necessità sanitarie di persone indigenti che ad esse fanno riferimento.

Anch’io ho partecipato alla raccolta ad Arcore, nella farmacia Farma 4 nel quartiere Cascina del Bruno e, in qualità di insegnante elementare in pensione, ho invitato a questo gesto i miei ex alunni con cui ho mantenuto i contatti e che attualmente frequentano la prima media, iscritti nelle scuole di Arcore, Velate e Oreno. Ho desiderato per loro questa esperienza, come già con il Banco alimentare, con lo scopo di consolidare la loro amicizia nel comune intento di attenzione alla propria umanità. Hanno risposto due ragazzi e quattro ragazze che nel corso della mattinata si sono dati il cambio.

La cosa cui tenevo in modo particolare è stata richiamarli al senso di questa proposta: non volevo che si accontentassero di un semplice attivismo, per quanto gioioso e aggregante: questa scelta mette in gioco una specifica modalità di affronto della realtà che in quel momento e in futuro avrebbe fatto la differenza nelle loro scelte di vita. Dare il proprio tempo, prestare attenzione al bisogno dell’altro aiuta a superare i propri egoismi, il conseguimento solo del proprio utile e apre il cuore alla dimensione vera dell’io che porta impresso nel suo DNA l’esigenza della condivisione e della gratuità; un dono che ha il nome carità.

Ho desiderato per loro la scoperta della convenienza che questo gesto ha, percepita almeno inizialmente come intuizione, che la crescita della nostra umanità è legata a un altro da noi, di cui noi abbiamo bisogno. Come fare? Io sono credente e il primo atto di questa giornata è stato affidare a Gesù, per mezzo di Sua Madre, l’efficacia delle mie intenzioni (la data 11 febbraio è già una garanzia di riuscita) e poi, senza trascurare la cura dei particolari, ho gustato insieme a loro la gratuità di questo incontro.

Con Sabrina, la prima arrivata, ho preparato la formula verbale con cui ci saremmo presentati a ciascun”cliente”: sintetica, comprensibile, completa e soprattutto attraente. Questa l’impostazione a grandi linee: – Presentazione di sé come volontario; – Presentazione del Banco farmaceutico e suo scopo; -Richiesta di adesione e di aiuto concreto con l’acquisto di un farmaco che il dottore al banco avrebbe consigliato. Un poco appartate, nella stanza in cui si misura la pressione, ci siamo esercitate, mentre Andrea, un volontario adulto si occupava delle persone che entravano in quel momento. Pochi minuti e poi..via, subito all’opera.

All’arrivo di Federica, una compagna di scuola, Sabrina ha continuato, con lei vicino, l’accoglienza delle persone, affinché imparasse e poi ha passato a lei il compito affiancandola in caso di necessità: Così è stato per tutti gli altri: Antonio, Aurora, Serena e Christian che sulla sua carrozzina spider ha avuto il delicato compito di promuovere una conoscenza più approfondita del Banco farmaceutico con la distribuzione di fogli stampati a questo scopo. Guardando questi ragazzi è apparso evidente, e non solo a me, il loro fascino: sembravano calamite, era difficile ignorarli con quegli occhi spalancati che ti puntavano addosso l’esigenza di un interesse a tutti i costi.

Quante persone sono entrate in farmacia prese da se stesse, molto spesso con fare frettoloso, talvolta infastidite da una presenza estranea al loro momentaneo scopo. Eppure tanti, come richiamati a un loro io più vero, si sono fermati, hanno contraccambiato lo sguardo, si sono chinati su di loro per cogliere meglio il messaggio e hanno assicurato prima e dato dopo il loro contributo.

La bellezza si è manifestata anche nella consegna del farmaco acquistato: i volti di chi dava e riceveva donavano la percezione di un mondo migliore in cui tutti si riconoscevano nel loro desiderio di pace. Una signora anziana ha espresso con le parole e con il volto la difficoltà personale ad aderire, perchè con il minimo della pensione”fatico ad andare avanti”. Dirigendosi verso il bancone della farmacia si è lasciata alle spalle volti affettuosi di bambini che guardavano la loro nonna e dopo poco eccola che ricompare con in mano un farmaco, un sorriso a tutto campo e”Ho capito che posso farcela.”

Nessuno dei pochi che non hanno aderito è uscito dalla farmacia senza giustificare a modo suo il mancato acquisto per il Banco, come a mostrare una ferita la cui causa fosse da attribuire a fattori esterni e non a una volontà contro. Non sono mancati i ringraziamenti di chi donava, come per essere stati risvegliati da un torpore o i complimenti di chi in questo gesto legge tutto il bene che ogni cuore desidera si avveri.

Una signora, consulente di igiene orale, presente in questa giornata in farmacia per promuovere i prodotti di pulizia della casa farmaceutica di cui è rappresentante, si è coinvolta con i ragazzi, li ha interpellati, ha dato loro suggerimenti efficaci sulla modalità di proporsi agli altri , alla fine ci ha chiesto come avrebbe potuto anche lei diventare volontaria del Banco e, presa dall’entusiasmo del gruppo, non ha potuto trattenersi dal dire:”Siete proprio belli!”.
MT