Monza – Come un gentiluomo al primo incontro Lino Lago, galiziano d’origine e lituano per elezione da dieci anni, ha voluto omaggiare Monza dedicando alla città alcune delle tele che presenterà alla sua prima mostra italiana, “Interior”, allestita negli spazi della Leo galleries di via de Gradi (vernice giovedì 5 febbraio alle 18.30). Scorci non usuali di una città che non ti aspetti. E non sono solo le invasioni sul dipinto perfettamente eseguito, dagli scarabocchi ai riquadri colorati, dai pois alle farfalle, a turbare l’osservatore.
È anche quel senso di freddezza omogenea: il cielo grigio, i colori scuri, quello che lo stesso Lago definisce «l’approccio mentale al paesaggio». Così il trentanovenne spagnolo che ha lasciato il sole di casa per trasferirsi a Klaipeda, città lituana da scenario post atomico, interpreta il paesaggio. Niente scorci da cartolina, niente pose studiate, luci misurate, ma la riproduzione fedelissima della realtà. Un lavoro minuzioso di ricerca del perfetto dettaglio, sporcato poi dal gesto improvviso e liberatorio. «Lino Lago ama la provocazione dopo la riflessione, e il gioco un po’ malinconico del bambino che si affanna a completare un bel disegno che poi all’improvviso stravolge per capriccio o frustrazione», spiegano le organizzatrici della mostra. Il risultato è un colpo deciso sferrato alle certezze dell’osservatore, certamente disturbato ma poi divertito dal guizzo irriverente di un artista capace di raggiungere la perfezione tecnica e stilistica per poi spazzarla via, gettando l’opera nel caos.
A Monza sono dedicate tre delle tele in mostra alla Leo galleries: uno scorcio di via Vittorio Emanuele con l’arengario quasi nascosto sullo sfondo, la facciata della chiesa di Santa Maria in strada e un angolo di piazza San Paolo con l’oratorio di Santa Marta. «Quando ci ha proposto di realizzare alcune tele prendendo come soggetto Monza gli abbiamo inviato alcune immagini scegliendo tra quelle che meglio potessero rappresentare la città, dal duomo alla Villa reale, dall’arengario al ponte dei leoni – raccontano le titolari della galleria -. E invece il suo intento era altro».
La scelta di Lago, infatti, è caduta su scorci decisamente più anonimi. Come anonime sono le tele che rimandano ai ritratti, alle foto di famiglia in bianco e nero e poi ancora gli interni borghesi, accoglienti e vuoti. Tutti ugualmente sfregiati dall’irruenza dell’autore. Dopo la recente personale alla George Adams gallery di New York e le esposizioni in Spagna, Portogallo, Danimarca, Germania, Cuba e Shanghai, Lago approda in Italia per la prima volta, offrendo a Monza una raccolta di opere inedite, realizzate dal 2011 in poi. La mostra rimarrà aperta fino al 3 marzo (da martedì a sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19, ingresso libero).
Sarah Valtolina