La maggioranza dei laureati (53,4%, dieci punti in più rispetto al 2007) finisce in produzione. Solo il 9,5% dei migliori, quelli laureati con voto compreso tra 106 e 110, accedono alle aree ricerca e sviluppo del settore produttivo. Sono i dati che più di altri si evidenziano nella ricerca statistica dell’Università di Milano-Bicocca sulle aree funzionali in cui le aziende impiegano i laureati prima della crisi (2007) e durante (2010). La ricerca evidenzia anche che nell’area della finanza si guadagna il doppio di quella legale: 1.160 euro rispetto a 668. «I destini aziendali dei laureati del 2010 alla Bicocca – afferma Paolo Mariani, professore straordinario di statistica economica – durante la crisi evidenziano un impiego diffuso in ogni area aziendale pur con intensità diverse. Oltre la metà dei laureati viene inserito nell’area di produzione che rappresenta di gran lunga il maggior catalizzatore occupazionale con la maggiore variabilità di professioni di tipo intellettuale contenute in essa, ovvero impiegati di concetto e amministrativi, seguiti con il 10,4% da amministrazione, contabilità e controllo di gestione, e da ricerca e sviluppo».
Un laureato su due in produzioneRicerca e sviluppo solo ai migliori
La ricerca statistica dell'università di Milano-Bicocca evidenzia un maggiore impiego nelle aree funzionali legate alla produzione: in tempi di crisi le aziende preferiscono dedicare le nuova forza lavoro a mansioni più concrete
