Monza – Che Lorenzo Ornaghi sarebbe stato nominato ministro lo si è capito con certezza quando un suo studente ha postato su Twitter quella che aveva l’aria di una sorte di congedo dall’università da parte del docente: «Mi spiace chiudere in anticipo per ragioni a voi note. Non è un addio, confido sia un temporaneo commiato». Il nome del rettore della Cattolica, nato e residente a Villasanta, è nell’elenco dei componenti del Governo letto dal neo presidente del Consiglio Mario Monti. Non a guidare l’Istruzione, dove sembrava destinato fin dalle prime indiscrezioni trapelate lo scorso fine settimana, ma a reggere i Beni culturali: al brianzolo è stato quindi affidato un incarico altrettanto pesante, che non ha portato troppo bene ai suoi due precedessori. La sua designazione mette d’accordo tutti, come emerge dai primi commenti. La notizia è data con sobrietà dal sito web della Cattolica che titola ‘Ornaghi nel Governo Monti’ seguito dal lungo, e pesante, curriculum del neo ministro.
Nato a Villasanta, considerata ancora in Provincia di Milano e non di Monza, il 25 ottobre 1948, Ornaghi si laurea in Scienze politiche alla Cattolica di Milano nel 1972, sotto la direzione del professor Gianfranco Miglio, con una tesi in Scienza della politica sui Modelli d’analisi per la ricostruzione dei processi d’integrazione internazionale nei Paesi in via di sviluppo. Ricercatore dal 1980 al 1987, diventa professore associato nell’anno accademico 1987-88, quando viene chiamato dall’Università di Teramo. Dall’anno accademico 1990-91 torna a tempo pieno all’ateneo di largo Gemelli, diventando titolare della cattedra di Scienza politica nella facoltà di Scienze politiche e nel 1994 diviene professore di prima fascia. Autore di numerosi volumi e saggi pubblicati su riviste italiane e internazionali, si è occupato in modo particolare dello Stato e delle sue trasformazioni, di rappresentanza e organizzazione degli interessi, di linguaggio politico.
È componente del gruppo del Servizio Nazionale per il Progetto Culturale orientato in senso cristiano della Cei. Dal 1996 è direttore dell’Alta scuola di Economia e relazioni internazionali (Aseri), destinata alla formazione post-universitaria di esperti di sistemi economici e politici globali. Dal 1998 è membro del Consiglio di Amministrazione di Avvenire, di cui dal 2002 è vicepresidente. Dal 2001 al 2006 è stato presidente dell’Agenzia per le onlus. Dal 2005 al 2009 è stato membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Policlinico Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano e nel 2006 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro. Fin qui lo studioso, ma c’è anche l’uomo: «Sono contenta e sono orgogliosa – commenta la senatrice dell’Api Emanuela Baio – che sia diventato ministro. È una persona schiva, riservata, di una integrità morale e professionale tali che potrà essere esempio per tutti».