Uccise nel 1996 l’amico a LentateIn cella l’omicida di Silvano Dante

Uccise l'amico nel 1996, con sei colpi di pistola in pieno volto. Antonio Caruso è stato arrestato dai carabinieri di Torre del Greco, in provincia di Napoli, per l'omicidio del lentatese Silvano Dante.
Uccise nel 1996 l’amico a LentateIn cella l’omicida di Silvano Dante

Lentate sul Seveso – Dopo quindici anni un ordine di carcerazione riporta alla memoria uno dei più efferati delitti di Lentate. A fine febbraio i carabinieri di Torre del Greco, in provincia di Napoli, hanno arrestato Antonio Caruso, 52 anni, napoletano, ritenuto affiliato al clan camorristico “Gargiulo”. Caruso, che negli anni novanta viveva in piazza San Vito a Lentate, dovrà scontare 27 anni e 4 mesi di reclusione, il primo ai domiciliari, per la duplice accusa di omicidio e detenzione illegale di armi.

I reati risalgono al 16 ottobre del 1996 e portarono alla morte del biraghese Silvano Dante, ucciso con ben sei colpi d’arma da fuoco esplosi in pieno volto. Cosa scatenò tanta furia in Caruso? É una sera d’inizio autunno, quando i “soliti” amici si trovano in un bar di via Aureggi, locale che oggi non esiste più. Si parla, si discute, si scherza e ci si offende, in particolare a Dante scappa una parola di troppo nei confronti di Caruso: «Sei un terrone ». L’allora trentenne napoletano mal digerisce la sottolineatura delle sue origini. All’epoca Caruso era un capetto, uno di quelli che si facevano rispettare in paese e venire offeso così davanti a tutti, era stata per lui una ragione più che plausibile per punire il biraghese.

Il piano? I due si ritrovano nella Golf di Silvano Dante, al volante però c’è proprio Caruso, volano parole grosse, il biraghese non sa come uscire da quella trappola e alla fine viene ucciso senza pietà con una scarica di sei colpi calibro 7,65 sparati in pieno volto. É praticamente irriconoscibile. Per Caruso però non è abbastanza, l’omicidio deve diventare una lezione. Col cadavere ancora caldo sul sedile lato passeggero passa davanti al bar di via Aureggi e mostra a tutti cosa è in grado di fare nei confronti di chi non lo rispetta. Un paio di amici vengono costretti ad aiutarlo nell’occultare il cadavere, il corpo di Dante viene rinvenuto ancora in macchina alla discarica di Carimate.

I carabinieri della compagnia di Como avviano le indagini che portano a Lentate, dove trovano la collaborazione della locale stazione dell’Arma. Passano i giorni, sino a quando l’autore viene individuato in Caruso. A inchiodarlo c’è addirittura un’impronta della sua mano nel sangue di Dante. Arrestato, il napoletano viene tradotto in carcere, ma solo il 24 febbraio scorso il tribunale di Monza ha emesso un ordine di carcerazione per omicidio e detenzione illegale di armi, condannandolo a 27 anni di carcere. Cristina Marzorati