Truffa dei bond Parmalat e CirioLe banche ora devono risarcire

Le banche devono risarcire le vittime della truffa dei titoli spazzatura. E tra chi aveva acquistato bond di Parmalat e Cirio ci sono anche centinaia di brianzoli. Ora la condanna della Suprema Corte: gli istituti avrebbero dovuto informare sui rischi per i risparmiatori.
Truffa dei bond Parmalat e CirioLe banche ora devono risarcire

Monza – La Suprema Corte si pronuncia sulla questione dei titoli Cirio e Parmalat, uno scandalo che ha visto coinvolti anche centinaia di risparmiatori brianzoli. Secondo la Corte di Cassazione, dunque, investire nei Bond Parmalat e Cirio era rischioso, e, sul punto, le banche dovevano informare i propri clienti anche quando ancora non si parlava di default. Il pronunciamento è contenuto nella decisione numero 18038/2012 che ha dato ragione ai risparmiatori.
La sentenza ha affrontato il problema della valutazione, da parte delle banche, della propensione al rischio, di chi fa investimenti sottolineando che la propensione a rischio, anche se non è stata rivelata dal cliente, può essere desunta dal suo profilo.

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici spiegano, tra le altre cose che, « in ogni caso la banca è tenuta a dare le necessarie informazioni sui rischi legati agli investimenti ». Gli istituti di credito dunque non possono giustificarsi per il solo fatto che non fosse chiaro il rischio di default delle due società, e neppure possono giustificarsi sostenendo che titoli erano regolarmente venduti anche da altre banche che li consideravano convenienti. I casi Cirio e Parmalat insieme a quelli dei Bond Argentina hanno coinvolto più di 500.000 investitori italiani, tra cui migliaia di pensionati, artigiani, operai e dipendenti, per una cifra di circa 15 miliardo di euro.

La vicenda aveva avuto riflessi anche in Brianza, non solo dal punto di vista dei risparmiatori. Il sostituto procuratore Walter Mapelli, aveva aperto un’indagine sui Bond Cirio, arrivando anche a sentire, il 5 settembre 2003, come persona informata sui fatti, anche il patron Cirio Sergio Cragnotti, il quale sarebbe stato arrestato in seguito su ordine dell’autorità giudiziaria di Roma. Perché il gruppo di Cragnotti nel 2000 decise di raccogliere denaro tramite i bond? Chi ebbe l’ idea di coinvolgere i risparmiatori? Quale fu il ruolo, rispettivamente, dei manager Cirio e di quelli della banche? Questi i quesiti alla base dell’inchiesta monzese, poi trasferita ad altro foro per competenza territoriale.
La consulenza disposta dal pm all’epoca, di fatto «anticipava i temi espressi dalla Cassazione relativamente ai titoli Cirio. Nel 2008, invece, una sentenza del tribunale civile di Monza aveva condannato la Bcc di Sesto San Giovanni a restituire 220mila euro più interessi ad una famiglia di brianzoli che aveva investito in obbligazioni Cirio e argentina.
Federico Berni