Tre proposte per il centro cittàScegliete il futuro di Vimercate

Tre proposte per il centro cittàScegliete il futuro di Vimercate

Vimercate – Un dato è certo. Di idee in campo e di spunti utili per la progettazione dell’ampio comparto dell’ex ospedale ce ne sono, e molto diversi tra loro. Con un elemento comune imprescindibile, la corposa quantità di volumi che il consiglio comunale ha stabilito dovrà insediarsi in quell’area per sostenere il peso delle opere pubbliche agganciate al futuro piano integrato di intervento. Da qui sono partiti i tre progettisti, i milanesi Cino Zucchi, Dante Benini, e Davide Macullo, di Lugano, esibendo tavole sulle quali l’aula a settembre esprimerà preferenze che fungeranno da mero indirizzo per la proprietà e per chi redigerà il vero e proprio progetto. “Vimercate forse non ha la fisicità per avere dosi così importanti di case, la responsabilità di pianificare un intervento così significativo per superficie coinvolta e per la sua collocazione è grande”, ha riassunto Benini nel corso della presentazione avvenuta sabato scorso in commissione territorio, aggiungendo poi che l’area interessata “è comunque congrua”.

Prima idea –
Tre visioni differenti, dunque. Zucchi propone una doppia viabilità interna parallela, una destinata ai veicoli e una solo pedonale, che attraversa in diagonale l’intero comparto congiungendo la tangenziale est all’area dell’attuale monoblocco, dunque al centro storico. Un’enorme piazza con obelisco si apre alle spalle della palazzina storica delle medicine di via Cereda, spazio possibile per lo spostamento del mercato settimanale. Per gli edifici, viene mantenuto quasi per intero lo storico parco del vecchio ospedale, con il comparto di terziario affiancato e un triangolo destinato al commerciale, mentre il residenziale si concentra più in basso, nell’ex cava, e si suddivide in quattro palazzi più alti disposti lungo il confine sud e altre palazzine più basse, dell’ordine di quattro o cinque piani.

Seconda ipotesi –
Del tutto inedita e futuristica la proposta di Benini. La disposizione degli edifici è ad andamento circolare, ‘a corte aperta’, sul tetto svettano giardini pensili, “capaci di creare microclima”. Sfruttando il dislivello a scendere di sei-sette metri della cava, il progetto prevede palazzi di cinque piani al massimo, con utilizzo di alloggi seminterrati. Al limitare dell’area del consorzio, svetta una torre verticale riservata a uffici e residenziale. Al centro, nella parte del monoblocco, si situa un grande parco, con isola flottante e una piastra fotovoltaica che garantirà l’illuminazione pubblica a tutto il comparto. Nessun accesso viabilistico all’interno e numerose piste ciclabili.

Terza opzione – Più tradizionale il disegno di Macullo, organizzato su pianta ortogonale. La viabilità è ripartita su direttrici lineari esterne, mentre gli edifici, che comprendono anche una zona a villette sull’area più centrale, si presentano in genere come palazzine e prevedono l’inserimento di un’alta torre, destinata a residenziale e terziario, in prossimità della tangenziale est.
Anna Prada