The Cranberries tourRoma è da top five

Le mie sensazioni non erano sbagliate; il concerto di ieri sera nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium della Musica di Roma è stato senza ombra di dubbio fantastico. E' entrato di prepotenza nella mia top 5 dei concerti più belli a cui ho assistito dei Cranberries.
The Cranberries tourRoma è da top five

Le mie sensazioni non erano sbagliate; il concerto di ieri sera nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium della Musica di Roma è stato senza ombra di dubbio fantastico. E’ entrato di prepotenza nella mia top 5 dei concerti più belli a cui ho assistito dei Cranberries.

Non ho parole per descriverlo, non ci sono aggettivi per poterlo fare. All’inizio mi sentivo un po’ in imbarazzo, siamo entrati nella sala e ci hanno fatto sedere ai nostri posti, ci sentivamo tutti troppo fuori posto. Troppo chic per noi, troppo strano, già mi prendeva male essere davanti a Dolores seduto come un vecchietto. L’unica cosa che mi ha reso la giornata meno pesante è stato il fatto che non ho dovuto fare coda fin dalla mattina.

Sono arrivato lì alle 18.00, mi sono incontrato con gli altri e… udite e udite… abbiamo pure fatto l’aperitivo! Siamo entrati in sala e Il Cile stava già suonando. Dopo tre concerti giuro non potevo più sopportarlo, non potevo nemmeno più vederlo (per di più me lo sono beccato oggi mentre andavo in stazione Termini, è salito sul mio stesso bus… e te pareva… il solito fortunato). Finiti i supporter l’ansia ha iniziato a farsi spazio, stare seduto iniziava ad essere impossibile, mi alzavo ogni cinque secondi e il tizio della sicurezza puntualmente mi rimetteva a sedere.

Siamo andati avanti così per circa un quarto d’ora, quel povero ometto se avesse avuto a disposizione una pistola sparachiodi non ci avrebbe pensato neppure un secondo a usarla contro di me. E finalmente si spengono le luci, entra la band ed entra Dolores, entra e la prima cosa che fa è quella di dirci di alzarci tutti. Un secondo dopo ero in prima fila direttamente appoggiato al palco. Inizia il concerto, inizia con Just my immagination, la scaletta è uguale a quella di Milano, ma è Dolores a fare la differenza, è ritornata in forma, sorride, interagisce fin dal primo attacco (conferma del fatto che non riesce ad affrontare due date di seguito, è troppo per lei).

Ieri era Halloween, e tutto era in tema; due zucche sul palco, gente nel pubblico vestita in maniera strana (o forse loro erano convinti di essere vestiti in maniera sobria) ed anche Dolores si prestava alla serata. Attimo di panico quando ha detto che i suoi bambini erano in giro a fare dolcetto e scherzetto, tutti abbiamo pensato alla stessa cosa: adesso si mette a piangere e abbandona il palco. Pericolo scampato, si è rimessa a cantare con un sorriso a 35647858 denti. Anche il suo look era perfetto per l’occasione.

Sinceramente? Non si poteva guardare. Diciamo che per lei è halloween tutte le sere, ma ieri sera era allucinante, dei vestiti buffissimi. Uno corto pieno d strasse, uno bianco lungo e quello in mezzo nero, lungo (troppo lungo visto che ne aveva ripiegato un po’ all’interno della cintura) e una gonna di pizzo nero messa in testa a mo’ di velo. Ma quanto è bella quel piccolo folletto irlandese? La struttura del venue ha permesso a lei di interagire con il pubblico ancora di più di quanto già faccia. A un certo punto ha fatto salire sul palco una bambina con un mazzo di fiori, e l’ha tenuta vicino a sé per tutta la canzone.

La piccolina era terrorizzata. E poi veniva davanti e dava la mano a tutti, si fermava, ti guardava, ti sorrideva. La cosa che ieri mi ha toccato fortemente è che quando veniva davanti a me, io non facevo nulla per stringerle le mani, anzi facevo giusto il contrario, era già troppo per me averla lì davanti, così vicino, senza neppure una transenna che ci divideva. Eppure lei, si proprio lei, lei cercava la mia mano, era lei che voleva stringermela. Avevo intorno un sacco di gente che le stringeva la mano, il braccio e lei invece teneva stretta la mia. E questo è successo un sacco di volte. Immaginate un po’ come stavo… giusto per rimanere in tema… manco la fontana di Trevi mi poteva battere. Il concerto è andato avanti così tutto il tempo, prendeva regali da tutti, anche il Kinder Bueno di Brenda e rideva come una scema, ed anche cose al quanto allucinanti, più da stolker che da fan.

E comunque quei quattro farabutti hanno fatto ancora No need to argue… vedete che allora ho ragione? lo fanno apposta, mi vogliono morto… cioè non è possibile sopravvivere a sentirla tre volte di fila. E no, è scientificamente provato. Diciamo che questa volta la differenza non si notava visto che ho iniziato a piangere all’inizio del concerto e non ho mai smesso 🙂 Finito il concerto, siamo andati in un pub irlandese a berci una birra e a mangiare qualcosa… eravamo divisi in due gruppi ben distinti: i giovani da una parte, ancora entusiasti dal concerto che commentavano quello che avevano appena visto e dall’altra parte i vecchi (io e Sara a dire la verità) praticamente svaccati sulla sedia senza più forze a guardare il vuoto nell’attesa dell’arrivo delle nostre patatine che non arrivavano mai, tutti mangiavano tranne noi.

Ma io dico? Ma l’educazione dove sta? Gli anziani devo essere serviti prima 🙂 Adesso sono in treno di ritorno verso casa, con una strana sensazione di vuoto. E’ come se davvero qualcuno mi avesse privato di qualcosa di vitale. Questi cinque giorni sono stati pieni, di fatica, di freddo, di pioggia, di stanchezza, di ansia ma anche, e soprattutto, di emozioni indescrivibili, di gioia immensa, di allegria (e per questo ringrazio tutti i miei compagni di viaggio: Barbara, Geox, Mara, Sara, Brenda, Lorenzo, Alessio, Michela, Paolo, Simone, Alice, Valeria, Litsa, Voula, Lu, Gianluca e tutti gli altri).

E’ stata una settimana vissuta a mille, una settimana che difficilmente dimenticherò, una settimana da incorniciare, una settimana che rimarrà per sempre in un angolo del mio cuore. Durante Dreams, Dolores mi a ripreso la mano, mi ha guardato negli occhi e mi ha detto grazie. Ma grazie di che? Grazie a te per tutto quello che mi hai dato e che mi stai continuando a dare. Grazie piccola nanerottola dalla voce che spezza il cuore. Grazie a te.
Alessio