Monza – Patrimonio testimone di una cultura di pace per l’umanità. Questo si legge sulla targa che è stata posta sulla grata di ingresso alla cappella degli Zavattari (per ora una provvisoria in attesa che venga collocata quella definitiva a breve) durante la cerimonia che si è svolta in basilica, in occasione del riconoscimento concesso dall’Unesco al duomo di Monza e alla regina Teodolinda. Un successo raggiunto grazie alla caparbietà del Club Unesco di Monza, del suo presidente Filippo Carrese, e delle oltre mille firme raccolte in questi mesi.
«Il valore artistico ed estetico di questo luogo è quasi secondario di fronte all’importanza dei valori di cui la sovrana dei longobardi è stata testimone – ha commentato Carrese durante la cerimonia che si è svolta alla presenza del vice direttore generale dell’Unesco, Francesco Bandarin, Maria Luisa Stringa, presidente della Federazione italiana dei Club e centri Unesco e delle autorità religiose e civili -. Teodolinda è stata cooperatrice missionaria, terreno di incontro tra culture e religioni differenti, e il duomo che volle erigere ne dà ancora oggi testimonianza».
Un riconoscimento prestigioso che si tramuterà nel futuro in «percorsi culturali di pace – ha annunciato Carrese -. Metteremo a disposizione dei giovani borse di studio e master che saranno impegnati in ricerche sul tema della pace». Il valore della convivenza armoniosa dei popoli e dell’integrazione è stato quello che più di tutti ha convinto la commissione dell’Unesco ad appoggiare l’iniziativa partita dal Club monzese. «Fin dal suo esordio l’Unesco ha sempre utilizzato le armi della cultura e della scienza per creare occasioni di dialogo interculturale – ha aggiunto Bandarin – e la drammatica presenza, ancora oggi, di tanti fronti di guerra segna la necessità di allargare e promuovere ancora di più il dialogo tra i popoli, anche grazie a luoghi come questo. Il valore simbolico, oltre che quello artistico del duomo, evocano proprio il dialogo tra culture differenti, intessuto e voluto dalla regina Teodolinda».
La presidente della federazione italiana dei Club Unesco, Maria Luisa Stringa, ha voluto poi citare uno dei visitatori più illustri della basilica: Giovanni Paolo II, pellegrino a Monza nel 1983 che descrisse il duomo come “simbolo della possibilità di fare sintesi tra i tesori del passato, i problemi del presente e le attese per il futuro”.
Ora il duomo e la sua regina sono entrati a far parte del circuito dei patrimoni dell’Unesco, un’occasione per meglio conoscere uno dei monumenti più significativi della Brianza e apprezzare la sovrana bavarese, «che fu sposa, madre e regina, esempio di fede per il suo popolo che seppe convertire non con le parole ma attraverso i fatti e la concretezza di una vita spesa per la sua gente, profondamente convinta dei suoi ideali spirituali e morali», ha aggiunto l’arciprete, monsignor Silvano Provasi.
Sarah Valtolina