Monza – Correva l’anno 1922 quando, il 20 agosto, le porte del Circuito di Monza, costruito in soli 110 giorni, si aprirono per far entrare in pista le prime vetture. Il primo gran premio si disputò il 10 settembre dello stesso anno davanti a 100mila spettatori. Da quel giorno tante cose sono cambiate ma la passione per i motori a Monza è sempre la stessa. Nel 1925 al Gran Premio di Monza fu attribuita la titolazione di Campionato Mondiale; tale titolo tornerà in auge solo nel 1950 con la nascita della Formula 1.
Il 1926 ed il 1927 furono anni di record negativi per il Gran Premio d’Italia: il primo anno, infatti, tagliarono il traguardo solo due piloti, Charavel e Costantini, e l’anno seguente si presentarono in griglia solo 6 vetture. Nel 1934, per evitare il ripetersi dei terribili incidenti degli anni precedenti, il tracciato subì alcune modifiche. Nel corso del gran premio del 9 settembre, sull’Alfa Romeo di Carlo Felice Trossi, schierato dalla scuderia Ferrari, fece la sua comparsa lo scudetto con il Cavallino Rampante nero. L’11 settembre 1938 a fare la differenza per la conquista del Gran Premio furono, per la prima volta, i meccanici ai box: con un pit stop di soli 35 secondi, infatti, gli uomini dell’Auto Union permisero a Tazio Nuvolari di superare il rivale Lang.
Il 5 settembre 1948 il Gran Premio d’Italia si disputò a Torino e venne definito “La prima vera gara automobilistica del dopo guerra”. Nel 1949 il Gran Premio torno a Monza e la vittoria tornò nelle mani della famiglia Ascari; dopo la vittoria di Antonio nel 1924, infatti, nel 49 a vincere fu suo figlio Alberto. Il 1950 segnò la nascita della Formula 1 e a vincere il primo titolo iridato fu Nino Farina. Nel 1952 Alberto Ascari tornò a vincere sul circuito brianzolo regalando alla Ferrari l’en-plein stagionale con sette vittorie su sette gare. L’ultima vittoria di un pilota italiano a Monza risale al 4 settembre 1966 quando a vincere fu Ludovico Scarfiotti con la sua Ferrari. Nel 1971 avvenne la consacrazione di Monza a “Tempio della velocità” grazie a Chris Amon che realizzò la pole a oltre 250 km/h di media sul giro. Il 7 settembre 1975, dopo undici anni di digiuno, a Monza la Ferrari tornò a vincere il titolo iridato con Niki Lauda, terzo al traguardo dietro a Regazzoni e Fittipaldi.
La storia si ripetè nel 1979 quando a trionfare fu Jody Scheckter con la sua Ferrari 312T4. L’11 settembre 1988, a meno di un mese dalla morte del grande Enzo Ferrari, i piloti del Cavallino riuscirono nell’impresa di battere i favoriti Prost e Senna su McLaren. Lo stesso Senna al termine della gara dichiarò “forse dall’alto qualcuno ha voluto che vincessero loro”. Nel 1996 al volante della Ferrari arrivò Michael Schumacher che, sul gradino più alto del podio di Monza, salutò i tifosi con un salto entrato nella storia della Formula 1. Due anni dopo la festa raddoppiò perché Schumacher ed Irvine conquistarono, dopo dieci anni di astinenza, una splendida doppietta per la Ferrari.
Il 2002 fu l’anno di Barrichello; il brasiliano festeggiò il suo quarto successo in carriera sul nuovissimo podio, “l’astronave” sospesa tra rettilineo di partenza e la corsia box. Nel 2006, subito dopo la vittoria del Gran Premio di Monza, Michael Schumacher annunciò il suo ritiro dalle corse dando inizio ad una nuova era per la Formula 1. Da allora Fernando Alonso, prima su Mc-Laren e poi su Ferrari, e Sebastian Vettel, prima su Toro Rosso e poi su Red Bull, si sono alternati sul gradino più alto del podio, eccezion fatta per il 2009, anno in cui a vincere fu Rubens Barrichello. Quest’anno il campionato è più aperto che mai, vedremo dunque chi riuscirà a conquistare il gradino più alto del podio. Certo è che, come disse il grande Enzo Ferrari, “La vittoria, e anche la semplice partecipazione, hanno un sapore particolare a Monza”.
Francesca Galbiati