Monza– «Di questo passo non solo si corre il rischio di non attirare investimenti destinati alla ricerca, ma si rischia una vera e propria delocalizzazione delel realtà industriali internazionali presenti in Italia». É il quadro prospettato da Maurizio de Cicco, amministratore delegato di Roche spa e vicepresidente di Farmindustria, alla luce dei provvedimenti del governo relativi alla spending review. «Una manovra iniqua e sproporzionata che rischia di mettere in ginocchio uno dei pochi settori in grado di portare innovazione in questo Paese» ha detto l’ad dell’azienda farmaceutica che tra gli uffici di Monza, lo stabilimento di Segrate e gli informatori scientifici occupa in Lombardia 800 persone. «Colpire per l’ennesima volta le aziende del farmaco chiedendo loro di ripianare del 50% lo sforamento della spesa farmaceutica ospedaliera, avrà sicuramente una fortissima ripercussione sui livelli occupazionali e sugli investimenti in ricerca di Roche in Italia. La nostra azienda investe ogni anno oltre 30 milioni in studi clinici, coninvolgendo 1200 centri di ricerca e 11mila pazienti. Solo nel 2011 più di 2600 pazienti italiani hanno potuto beneficiare di terapie innovative non ancora disponibili in Italia e messe a disposizione gratuitamente da Roche. Siamo stati tra i primi a concordare con le autorità meccanismi di rimborso innovativi, consapevoli della necessità di trovare nuove soluzioni». Per de Cicco «è triste vedere che nel nostro Paese ci si ricorda delle aziende italiane e multinazionali solo quando decidono di delocalizzare. E a seguito di questa manovra diventerà difficile continuare a sostenere gli investimenti fatti fino ad oggi in innovazione per la salute, convincendo la casa madre a puntare sull’Italia».
Spending review, la Roche accusa«Si rischia la delocalizzazione»
Per l'azienda che tra Monza, Segrate e informatori scientifici occupa 800 persone in Lombardia la manovra del governo pregiudica i livelli occupazionali e gli investimenti nella ricerca
