Seveso ha detto addio alla movida Ora è guerra tra baristi e residenti

Scoppia la guerra tra baristi e vicinato. Tra raccolte firme, esposti a carabinieri e polizia locale e, addirittura, azioni legali. Con il rischio, secondo il segretario di Confcommercio, Antonina Vizzi, che «la città diventi un dormitorio, sempre più spenta e intollerante nei confronti di chiunque cerchi di vivacizzare almeno qualche serata»
Il cartello all’ingresso del Bar Massimo.
Il cartello all’ingresso del Bar Massimo.

Scoppia la guerra tra baristi e vicinato a Seveso. Tra raccolte firme, esposti a carabinieri e polizia locale e, addirittura, azioni legali. Con il rischio, secondo il segretario di Confcommercio, Antonina Vizzi, che «la città diventi un “dormitorio”, sempre più spenta e intollerante nei confronti di chiunque cerchi di vivacizzare almeno qualche serata».

In piazza Da Vinci

Massimo Agostini, titolare del Caffè di piazza Leonardo da Vinci, è esasperato. E ha pure tappezzato l’interno del locale e i tronchi degli alberi che abbelliscono la piazzetta, di avvisi rivolti ai clienti per scongiurare sul nascere qualsiasi tentativo di schiamazzo. «In tanti anni che lavoro qui non avevo mai visto nulla di simile – esordisce – E tutto per colpa di sei vicini che hanno raccolto le loro firme presentando un esposto a carabinieri e polizia locale in cui accusano il mio locale di creare disturbo alla quiete pubblica. Si tratta di accuse infondate per obbligarmi a chiudere – sbotta – basti dire che, dopo i controlli delle forze dell’ordine al bar, non è stata ravvisata alcuna irregolarità».

Neanche a Natale

Intanto, «per evitare complicazioni che arrivino fino a impedirmi d’esporre fuori i tavolini – continua Agostini – sono ora costretto a sobbarcarmi fino a 18 ore di lavoro tutti i giorni sebbene io abbia anche dei dipendenti. E non è tutto. Anche la vigilia di Natale – spiega – mentre tutti tornavano dalla messa di mezzanotte, ho ricevuto dai vicini telefonate arrabbiate solo perché avevo allestito in piazza, col benestare del Comune, un gazebo benefico a favore della Croce Bianca rallegrato da musiche natalizie».

Gli altri due casi

Né va meglio agli altri due locali cittadini che fanno musica fino alle due del mattino, il My House di via Maderna e il Ritual Cafè di piazza IV Novembre. «Il vero problema dei vicini non nasce, in realtà, dal mio locale – puntualizza il titolare del secondo esercizio – bensì dal parcheggio adiacente le scuole di via De Gasperi che, nei fine settimana, si trasforma in luogo di ritrovo per coloro che arrivano da fuori e vogliono andare a ballare». «Continuiamo a fare molta fatica ad organizzare eventi che diano un po’ di brio al centro – sottolinea anche Chiara Fumagalli, portavoce dei commercianti – quando, poi, ci riusciamo, c’è sempre qualcuno che si lamenta. E il guaio è che questi ultimi sono proprio coloro che denunciano che la città è morta. Eppure, basterebbe un po’ di tolleranza. Utile per permettere anche ai nostri giovani di non doversi spostare di molto per trovare qualche divertimento».