Seveso, autopsia shock:Massimino è morto annegato

Seveso, autopsia shock:Massimino è morto annegato

Seveso – Nessuna malformazione cardiaca o shock anafilattico il piccolo Massimo Castello di sei anni il 24 giugno scorso è morto alle piscine “Porada” di Seregno per affogamento. Lo stabilisce l’esito dell’autopsia reso noto in settimana. La notizia è arrivata subito alla casa di via Sicilia al Villaggio Snia di Cesano Maderno, dove Massimo per tutti Massimino viveva con i nonni materni Rosa e Antonio. L’esito rimette così in discussione l’intera vicenda e sicuramente avrà ulteriori strascichi giudiziari, soprattutto per chiarire chi doveva impedire l’affogamento di un bambino di soli sei anni, che era tanto emozionato per aver partecipato alla sua prima gita in piscina con l’oratorio feriale dell’Altopiano

Allora responsabile della pastorale giovanile era don Leo Porro e per l’oratorio dell’Altopiano c’era don Adriano Colombini, che ieri, venerdì 20, abbiamo contattato direttamente per chiedere un commento sull’affogamento. «Non sono in possesso di alcun atto ufficiale – dichiara il sacerdote – quindi non posso rilasciare dichiarazioni». Dello stesso tenore è anche la voce di Maurizio Bettoni, presidente Aeb società che gestisce il centro sportivo della Porada, e titolare della bagnina che si era prontamente tuffata in piscina, nel disperato tentativo di salvare il bambino.

«Al momento non possiamo dire di più – dichiara – perché prima è opportuno che l’argomento venga esaminato nelle giuste sedi. Eravamo francamente convinti che la causa del decesso non fosse l’annegamento». Già inizialmente la morte di Massimino era stata associata a una malformazione cardiaca o a qualche problematica legata al cibo, lui che era allergico al pesce. Ipotesi che i nonni, in particolare nonna Rosa, avevano sempre rispedito al mittente, perché dal fronte alimentare erano loro a preparare merenda e pranzo al bambino e poi erano convinti che qualcuno non aveva curato sino in fondo il loro piccino.

Eppure l’affogamento in un primo momento era stato accantonato, quando nei polmoni era stata trovata solo una quantità minima di acqua. Da allora sono passati quasi cinque mesi e adesso le cose sono completamente cambiate. Il fatto che il piccolo Castello non avesse acqua nei polmoni, significa che l’azione dei bagnini ne aveva fatto fuoriuscire un grande quantitativo, ma purtroppo la morte è sopraggiunta comunque per affogamento. «Non ho nulla da dichiarare – afferma l’avvocato dei Castello Giuseppe Palmieri – stiamo seguendo con dovuta cautela e attenzione il devolversi delle indagini, tuteleremo gli interessi della famiglia».
Cristina Marzorati