Seveso, al barista che sparòarriva il conto dell’auto dei ladri

Gli è stato presentato anche il conto: quello del deposito dell'auto utilizzata dai ladri per assaltare il suo bar giusto un anno fa. Una beffa per lui, rinviato a giudizio per tentato omicidio per avere ferito uno dei ladri con un colpo di pistola.
Seveso, al barista che sparòarriva il conto dell’auto dei ladri

Seveso – L’accusa è pesante, di quelle che ti non ti fanno dormire la notte: tentato omicidio. Ma Luigi Tallarini la notte dorme già poco insieme alla moglie Maria. La coppia di coniugi vittima di innumerevoli furti e spaccate, infatti, non guarda mai neanche la televisione, ma al vecchio tubo catodico sono collegate le telecamere a circuito interno ed esterno che danno sul cortile del bar di via Cacciatori delle Alpi. Non solo la tristezza e la preoccupazione di non sapere chi potrebbe piombare nella tua casa, sotto la finestra della camera dove tenti di dormire. Non solo.

Luigi Tallarini è molto conosciuto all’Altopiano dove lavora da 50 anni. E come lui, sono tanti i residenti che non si sentono sicuri e che, ormai qualche mese fa, hanno chiesto un incontro pubblico per parlare e confrontarsi sui furti e sugli atti di microcriminalità che si verificano in questa zona. Ci accoglie nel suo bar Luigi Tallarini, uno di quelli vecchio stampo con le sigarette, il gioco del lotto e un sorriso dietro il bancone anche solo in cambio di un caffè.  Ci accoglie, ci stringe la mano Luigi Tallarini e gli chiediamo se abbia la voglia e il desiderio di dire la sua, di dirci che cosa pensa di quanto successo a Monza, in tribunale, il 4 luglio scorso, quando si è sentito dire: “Lei è rinviato a giudizio”.

Ci guarda con occhi lucidi e con il viso semplice di chi lavora, ma chiede gentilmente di non dire niente. I clienti sono in pieno stile Brianza. Sono vicini a Luigi e alla sua famiglia, ma non commentano ai microfoni dei giornali. Oltre al danno, la beffa: in via Cacciatori delle Alpi è stato recapitato un bollettino di 400 euro per il pagamento del deposito dell’auto che i delinquenti hanno rubato e usato per la spaccata. Per ora, il deposito lo paga lo Stato, ma il bollettino all’Altopiano è suonato come l’ennesima beffa. L’ennesima situazione paradossale.
Elena Sandrè