Seregno, settimana crucialeper i “disagi” della maggioranza

Seregno – La settimana che si apre sarà importante per capire gli sviluppi dell’impasse che sta attraversando la maggioranza di centrodestra che, da tre mesi a questa parte, governa Seregno. Dopo le polemiche che avevano accompagnato la composizione della giunta con a capo il rieletto sindaco Giacinto Mariani e le difficoltà nell’istituzione delle commissioni consiliari, a far traboccare il vaso è intervenuta la mancata presentazione in aula, nella seduta di martedì scorso del consiglio comunale, del gruppo del Popolo della libertà, eccezion fatta per il dissidente Leo Servidio. La decisione è stata motivata con la necessità di un chiarimento con gli unici alleati della Lega Nord: nodo del contendere l’appoggio che il Carroccio avrebbe garantito all’autocandidatura del già citato Servidio come componente della commissione Politiche culturali, a scapito di quella di Francesca Mancuso, proposta invece dai pidiellini, e le diverse posizioni emerse nell’iter per la formazione della commissione Politiche di pianificazione territoriale, da dove i leghisti avevano chiesto di tenere fuori i tecnici di settore. Va da sé che molti ritengano che queste schermaglie siano esclusivamente la punta dell’iceberg di un malessere più diffuso, che vede sullo sfondo l’ormai annoso tema del piano di governo del territorio, la cui approvazione era stata rimandata dalla passata legislatura all’attuale ma il cui iter è ancora fermo, tanto da accreditare lo spauracchio dell’arrivo del commissario ad acta se il traguardo non verrà tagliato entro la scadenza prevista del 31 marzo prossimo, e quello più fresco delle nomine di Gelsia, i cui consigli di amministrazione in carica termineranno il proprio mandato alla fine dell’anno. Meritano un occhio di riguardo, nel frattempo, l’elezione del presidente della commissione Politiche di pianificazione territoriale, con il pidiellino Claudio Mainardi, architetto, che dovrebbe spuntarla senza difficoltà, dopo le pubbliche manifestazioni di stima degli alleati, e quella del presidente della commissione Politiche economiche, finanziarie e servizi interni, con le minoranze che hanno detto di voler puntare su Pietro Amati del Partito Democratico, che potrebbe però dover incassare il veto del Popolo della libertà, stizzito per la ventilata intenzione dei democratici di appoggiare un’eventuale autocandidatura di Leo Servidio alla presidenza della commissione Politiche culturali: decisivi diventerebbero così i pareri dei commissari Piergiorgio Borgonovo dell’Udc, Alex Paro e Marco Dell’Orto della Lega Nord, che vox populi annuncia determinati a sostenere Amati. È logico pensare che questo provocherebbe una nuova spaccatura tra Popolo della libertà e Carroccio e aggraverebbe ulteriormente lo status quo. Per la prima l’appuntamento è fissato in serata, per la seconda domani. Ancora non si sa, invece, quando i componenti della commissione Politiche culturali torneranno a riunirsi per eleggere il loro presidente: dopo il rinvio di mercoledì scorso, voluto dal Popolo della libertà e accordato dal Partito Democratico, l’impressione è che non vi sia fretta e si possa andare anche a dopo le ferie estive.
P.Col.