Scola: «Chi sbaglia deve pagare»Il pensiero va a don Alberto Barin

«L'autentico perdono non abolisce la giustizia, ma la compie fino in fondo». Parole dell'arcivescono Angelo Scola riferite indirettamente a don Alberto Barin, l'ex cappellano del carcere di San Vittore, 51 anni, desiano, arrestato con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di sei detenuti.
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Desio – «L’autentico perdono non abolisce la giustizia, ma la compie fino in fondo». Parole dell’arcivescono Angelo Scola riferite indirettamente a don Alberto Barin, l’ex cappellano del carcere di San Vittore, 51 anni, desiano, arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di sei detenuti. Le ha pronunciate domenica durante l’omelia della seconda di Avvento. Una giornata tra l’altro caratterizzata dalla lotto contro la violenza alle donne.

«Di fronte alle espressioni talora brutali del male, soprattutto quello contro i bambini, contro le donne e contro chi è in condizione di debolezza – ha detto l’arcivescovo – spesso noi uomini reagiamo con sdegno e rabbia, ma poi concludiamo rassegnandoci. Invece la misericordia di Dio non è il colpo di spugna che cancella le colpe. La grazia dello Spirito che ci rende giusti è l’opera che ricostruisce l’uomo, anche il peccatore, anche chi delinque».

Sempre non citandolo direttamente ma riferendosi a don Barin, Scola prosegue: «Solo la laboriosa penitenza, la sincerità e l’espiazione, la disponibilità a pagare il prezzo della riparazione possono restituire la dignità e la stima di sé; l’espiazione non si deve ridurre all’aspetto puramente vendicativo della pena ma nessuno può sottrarsi a questa regola indispensabile all’umana convivenza».

Dopodiché proprio «il domandare perdono al Signore, alle vittime e alla società» è ciò che «mette il colpevole in condizione di abbracciare la sua vittima se e quando questa lo vorrà». L’invito finale, però, è anche a guardare sempre il male compiuto da altri senza dimenticare quello compiuto da noi.