Una banca pubblica no-profit per conservare le cellule staminali dentali e una innovativa metodica di crioconservazione che consente un bancaggio sicuro e a basso costo.
Avviene al Policlinico di Milano, dove un gruppo di medici e ricercatori hanno intrapreso un percorso di studio delle staminali contenute nella polpa dentale per verificare possibili applicazioni future, come ad esempio l’impiego terapeutico per patologie pregresse del donatore o per applicazioni dentistiche di varia natura.
E’ il primo esempio in Italia di bancaggio di denti interi, rispetto ad altre realtà (come ad es. Torino), dove invece le staminali della polpa dentale vengono bancate dopo essere state estratte. I ricercatori del Policlinico hanno infatti messo a punto una nuova metodica per criopreservare e bancare i denti in toto, che assicura un’ottimale conservazione della polpa dentale e che preserva la staminalità delle cellule in essa contenute. Lo scopo è recuperare la polpa e le cellule staminali in una fase successiva, solo nel momento di un’eventuale necessità terapeutica.
Le tecniche di crioconservazione delle staminali estratte dal dente finora disponibili richiedevano invece l’utilizzo di onerose procedure di purificazione ed espansione cellulare. “La metodica – spiega la dott.ssa Silvia Gioventù, dottoranda di ricerca in Scienze fisiopatologiche, neuropsicobiologiche e assistenziali del ciclo della vita, ideatrice della tecnica – comporta l’utilizzo di un laser che permette di effettuare sul dente alcuni fori affinché sia possibile rimuovere, in modo estremamente preciso e selettivo, porzioni di smalto dentale senza il rischio di asportare, lacerare o surriscaldare la polpa dentale e preservandone la vitalità cellulare. Le cellule staminali estratte da un dente criopreservato con questa nuova metodica presentano una capacità replicativa nelle colture cellulari simile a quella di cellule fresche, non criopreservate. La nuova metodica quindi, consente di sviluppare programmi di bancaggio delle cellule staminali della polpa dentale a basso costo”.
La valutazione dell’efficacia del sistema messo a punto dalla dott.ssa Gioventù e la potenzialità delle cellule staminali contenute nella polpa dentale sono state effettuate nella Cell Factory del Policlinico dalla dott.ssa Gabriella Andriolo e dalla dott.ssa Lorenza Lazzari. “Continua il percorso della ricerca e dell’innovazione – spiega l’assessore Luciano Bresciani – che ha già dato significativi risultati nel campo delle scienze mediche. La Lombardia è sede di Centri di Ricerca Medico Scientifica di rilevanza nazionale e internazionale, la cui attività è frutto della proficua collaborazione tra i diversi attori del nostro sistema sanitario, tra cui Fondazioni e Università: grazie a queste sinergie, infatti, sono garantiti i canoni d’eccellenza per cui la nostra Regione è riconosciuta come modello a livello europeo. Lo studio delle cellule staminali e delle loro applicazioni cliniche rappresenta senza ombra di dubbio l’ultima frontiera della medicina: la possibilità di stoccare in modo sicuro e tecnologicamente avanzato le staminali derivate dalla polpa dentale costituisce un passo cruciale nell’introduzione di pratiche legate alla medicina rigenerativa, il futuro nella cura per molte patologie ad oggi non risolvibili”.
Il progetto “Banca del Sorriso” nasce dalla consapevolezza che le staminali derivate dalla polpa dentale hanno un’elevata capacità proliferativa ed una importante plasticità cellulare, caratteristiche assai rilevanti per possibili applicazioni terapeutiche a livello nervoso, osseo e cartilagineo. In particolare, uno studio giapponese (PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences USA, August 11, 2009) ha dimostrato la possibilità di rigenerare denti funzionalmente efficienti su animali.
“Alla luce delle potenzialità di queste cellule – spiegano il prof. Ferruccio Bonino e il dott. Paolo Rebulla, tra i promotori del progetto – ci siamo posti il problema di come conservarle e bancarle in vista di un utilizzo futuro”. In questo caso le cellule utilizzate sono quelle contenute nei materiali considerati “di scarto” nella quotidiana attività odontoiatrica, in particolare i denti decidui o “da latte” (che conservino la quasi totalità della struttura); in futuro si prevede di utilizzare anche i germi dei terzi molari, cioè i denti del giudizio non ancora formati completamente e ritenuti all’interno delle ossa mascellari. Il materiale proviene dalla Clinica Odontoiatrica della Fondazione, dove viene raccolto da dentisti preventivamente formati all’esecuzione della procedura e previo consenso informato del paziente.
“In futuro – spiega il prof. Franco Santoro, Direttore della Clinica – pensiamo al coinvolgimento di altre strutture per la raccolta del materiale e per lo sviluppo degli studi preclinici su questo tipo di cellule”. Il progetto prevede, in questa prima fase iniziale, la raccolta, il bancaggio e lo studio delle staminali della polpa dentale presso la “Biobanca Italiana” della Fondazione, per verificare le caratteristiche in vitro di queste cellule dopo estrazione da un dente congelato con la nuova metodica laser. I futuri sviluppi della ricerca sono rivolti a ricreare, tramite le cellule staminali dentali, l’organo dentale e gli annessi di sostegno del dente.
Gli inventori del brevetto “Metodo di crioconservazione di polpa dentale” sono: Silvia Gioventù, Stefania Frasca, Lorenza Lazzari, Gabriella Andriolo, Elisa Montelattici, Paolo Rebulla Ferruccio Bonino.