Sabato i funerali di MassiminoAutopsia, escluso l’annegamento

Cesano Maderno – Si terranno sabato 27 pomeriggio, alle 15.30, i funerali del piccolo Massimo Castello, il bambino morto per arresto cardiaco alla piscina comunale di Seregno. Le esequie saranno celebrate nella chiesa del Villaggio Snia, dove il piccolo risiedeva. Intanto trapela qualche indiscrezione dall’autopsia condotta venerdì pomeriggio sul corpo del bambino. Da una prima analisi sembra, infatti, che non sia stata trovata traccia di acqua nei polmoni: fatto questo che farebbe svanire l’ipotesi di morte per annegamento. Maggiori informazioni, però, si sapranno solamente nei prossimi giorni.

La famiglia – Una grande famiglia che quel bambino lo amava, eccome, e ora vuole sapere, vuole trovare, capire chi lo ha strappato dalle sue braccia. È questa la sensazione che si prova quando s’incontrano i Castello o meglio nonna Rosa che ha in affido il piccolo Massimo insieme al marito Antonio. Entrambi aiutano mamma Dominga, poco più che trentenne, a crescere un bambino davvero speciale. «Sempre pronto ad aiutare il prossimo – lo ricordano trattenendo a stento le lacrime – fin da quando frequentava la scuola materna. Le maestre ci dicevano spesso che si occupava di sistemare i giochi o comunque la classe, anche se non era stato lui a mettere in disordine».

L’intolleranza – Era già grande Massimino, forse non nel fisico minuto, ma nella testa sicuramente. Vuoi anche per quella pericolosa intolleranza alimentare al pesce, che non voleva lasciarlo stare. «Solo il pesce – sottolinea la nonna – nient’altro. Comunque noi siamo sempre stati attenti a quello che mangiava. Tant’è che il giorno in cui è andato in piscina insieme agli altri bambini, gli ho preparato io stessa il pranzo: focaccine col prosciutto». Quello che più preme però alla famiglia Castello non è ricordare quei tragici momenti, piuttosto sapere la verità. A loro parere all’origine non c?è uno shock anafilattico: «Sulle braccia – sottolineano – non sono state trovate punture d’insetto. Una versione confermata anche dai medici. Per quanto riguarda l’intolleranza alimentare, torno a ripetere che la merenda a Massimo l’avevo preparata io – dice la nonna – e quindi non credo sia una cosa imputabile al mangiare».

I dubbi – E allora vogliono sapere, vogliono capire quale verità svelerà l’autopsia. Si parla di uno spavento prima di cadere in acqua. E poi la famiglia si chiede dei soccorsi. Sono stati tempestivi? La prima ad arrivare è stata la bagnina oppure qualcun altro presente nell’area della piscina? Rabbia, paure, dubbi giustificabili per una famiglia che si è vista strappare un bambino così piccolo in così poco tempo. Una rabbia che cresce ulteriormente, perché hanno perso il loro piccino in un momento di divertimento.

L’ospedale – Hanno fatto di tutto i medici dell’ospedale di Desio per salvare il piccolo Massimo Castello. Ma non ce l’hanno fatta. Il bimbo è arrivato al Pronto Soccorso della struttura di via Mazzini mercoledì pomeriggio, alle 16.51. Subito è stata attivata l’èquipe delle grandi emergenze. I rianimatori si sono precipitati nella sala al piano terra e hanno tentato l’impossibile. Ma lo sforzo è durato poco più di mezz’ora. Alle 17.35 il bambino è stato dichiarato morto. «Mentre si trovava in ambulanza – spiega il direttore generale dell’azienda ospedaliera Maurizio Amigoni – il suo cuore non pompava più sangue, in base a quanto è stato scritto nel referto del 118». In pratica, il sangue non arrivava più al cervello, già durante la folle corsa contro il tempo, verso l’ospedale.

I soccorsi – «I nostri medici hanno proseguito le manovre di rianimazione che erano già state attivate dai soccorritori a bordo della piscina. Purtroppo il bimbo dal momento in cui si è sentito male, nelle acque della piscina comunale, non ha più ripreso conoscenza» dice il direttore. Tutto inutile, insomma. Inutile la corsa dell’ambulanza in ospedale, inutile l’impegno di tutto il personale medico del nosocomio brianzolo. Mercoledì pomeriggio nelle corsie del Pronto Soccorso c’erano solo volti sconvolti. «Non ce l’abbiamo fatta» ripetevano medici e infermieri, senza darsi pace . Al momento, è impossibile dare una spiegazione alla tragedia.  «Solo l’autopsia chiarirà le cause della morte» dice Amigoni, che continua: «Restano aperte tutte le ipotesi: dallo shock anafilattico, al malore dovuto ad una congestione ad un difetto cardiaco» afferma il direttore.