Raid incendiari contro le autoPresi i responsabili, sono 20enni

Raid incendiari contro le autoPresi i responsabili, sono 20enni

«Delirio di onnipotenza e desiderio di provare sensazioni forti e molto rischiose». Sarebbero queste, secondo il comandante provinciale dei carabinieri di Como, colonnello Luciano Guglielmi, le motivazioni che, abbinate al più che probabile uso di sostanze stupefacenti, avrebbero portato due giovani incensurati a distruggere in due raid qualcosa dome 49 automobili, causando un danno ad altrettante famiglie che si aggira intorno al milione di euro. Le indagini dei carabinieri dell’aliquota operativa di Como e delle stazioni di Erba e Oggiono hanno portato all’arresto di Sergio Cesana, 27 anni, disoccupato di Cesana Brianza (Lecco) e Stefano Ianniello, 22 anni, operaio di Triuggio (Monza): i due si trovano ora in carcere a Lecco e Monza con la pesante accusa di incendio continuato e aggravato (rischiano dai 5 ai 7 anni di carcere, più il risarcimento dei danni patiti ai proprietari delle vetture distrutte). Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Simona De Salvo della procura di Como, hanno agito in tempi particolarmente ristretti, animati dall’intento di arginare la sensazione di profondo allarme sociale che si era diffuso in tutta nel Comasco, nel Lecchese e nel Monzese a seguito dei due raid vandalici del 15 e del 23 novembre. Per risalire all’identità dei due giovani piromani è stato allestito un vero pool che ha lavorato di giorno, impegnato nelle indagini e di notte sulle strade «per prevenire ulteriori blitz», come ha tenuto a precisare il maggiore Donato Di Gioia.

Incastrati da un fotogramma – Per quanto riguarda il particolare che ha portato i carabinieri a incastrare i due giovani, il tenente Raffaele Romano ha spiegato le fasi delle indagini, che si sono intensificate la mattina seguente il secondo raid e che si sono concluse sabato mattina con l’arresto dei due giovani, raggiunti nelle loro abitazioni. «Avevamo a disposizione un solo fotogramma di un’auto sospetta, immortalata da una telecamera del Comune di Oggiono, in via I Maggio. Si trattava di un’Opel Corsa di colore nero, con due numeri e una lettera leggibili: da qui era iniziato un lavoro certosino di confronto con i proprietari che ci aveva portato a Stefano Ianniello, residente a Triuggio, un paese che confina con Sovico, in provincia di Monza, dove si era verificato l’ultimo blitz la notte del 23».

Si preparavano a colpire ancora – I militari avevano poi eseguito tutta una serie di pedinamenti e intercettazioni che avevano portato all’identificazione del secondo complice, amico di Ianniello, Sergio Cesana (per la verità, stando a quanto emerso, Cesana sarebbe stato fidanzato con la sorella di Ianniello): con il passare dei giorni e con i loro movimenti, gli inquirenti hanno raccolto prove sufficienti per richiedere e ottenere dalla procura le ordinanze per fermarli. Una necessità, quella di agire in tempi ristrettissimi, che i carabinieri hanno spiegato era dettata dal fatto che era altamente probabile un terzo raid, in programma per lo scorso fine settimana. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, i carabinieri avevano infatti scoperto che i due avevano intenzione di colpire ancora.

Avevano conservato ritagli di giornale – Quindi sabato mattina le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nelle case a Cesana Brianza e Triuggio dove i due giovani vivono con i genitori: questi ultimi si possono considerare le ultime vittime dei raid vandalici messi a segno dai loro figli. Da quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, i due giovani arrestati avrebbero conservato i ritagli dei giornali che raccontavano delle loro “imprese”, delle loro notti folli trascorse a bruciare auto per combattere la noia. E quei ritagli ora pesano come macigni: i carabinieri li avrebbero ritrovati durante le perquisizioni nelle loro case seguite alla notifica dell’ordinanza di custodia. Una sorta di “firma”, in buona sostanza, a dimostrazione dell’assoluta mancanza di movente del loro raid. Un modo, come hanno ribadito gli stessi carabinieri, per provare emozioni forti.

Un milione di euro i danni – Il secondo raid, quello più “pesante”, dello scorso 23 novembre, ha interessato, come noto, 35 auto, sparse fra le province di Lecco, Como e Monza, per un valore approssimativo di un milione di euro di danno. I piromani vevano colpito a Oggiono e Galbiate (Lecco), Ponte Lambro, Albavilla, Alzate, Cantù (Como), Giussano Verano Brianza e Sovico (Monza).