Monza – L’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, è morto nella notte a Roma. Aveva 93 anni. Ex magistrato, è stato al Quirinale dal 1992 al 1999 e per questo ha dovuto gestire il passaggio tra la prima e la seconda repubblica a seguito degli effetti di Tangentopoli.
Celebre una sua frase – «Io non ci sto» – pronunciata in televisione nel novembre 1993 per difendersi dalle accuse di avere gestito fondi neri a uso personale quando era il titolare dell’Interno.
I funerali di Scalfaro si svolgeranno in forma privata alle 14 di lunedì 30 gennaio nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, a Roma.
Numerose le tracce lasciate dall’ex presidente anche a Monza e in Brianza. Una delle ultime è la lettera scritta il 19 febbraio 2011 al presidente del tribunale di Monza, Anna Maria De Oreste, in occasione della mostra “La Costituzione illustrata” all’interno del foro monzese.
Sempre di Scalfaro si ricorda la partecipazione, nell’ottobre 2005, a un incontro organizzato dall’Azione Cattolica di Monza dove con la consueta passione ha ribadito un concetto a lui caro: «La politica è carità, un dovere per un cristiano». L’ex Capo dello Stato, inoltre, aveva conferito il titolo di cavaliere ufficiale al merito della Repubblica a Franco Pelucchi di Seregno, scomparso nel 2009.
Di seguito la lettera scritta nel 2011 da Scalfaro al presidente del tribunale di Monza.
«Con immensa gioia mando un saluto convinto e sentito alla bella e opportuna manifestazione di sabato prossimo a Monza dove Lei, indimenticabile Presidente del mio antico e amato Tribunale di Novara, li ha invitati e li ospita con un gesto significativo in questi 150 anni di unità
della nostra ltalia. Saluto il professor Daniele Donati di Bologna, che oltre al sapere vi ha già trasfuso amore ed entusiasmo. “ Costituzione e partecipazione“: esprime un grande impegno per ogni cittadino. Ho votato uno per uno gli articoli della nostra costituzione e ne rivivo le speranze, i sacrifici e in particolare Ia ricerca intelligente ed essenziale di
un denominatore comune, il più vasto, il più vero perché la Carta deve essere di tutti e per tutti. ”L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Era I’entrata solenne della Persona distrutta nella dignità e nei diritti dalla dittatura. Il popolo italiano che risorge a libertà, annunzia la pace a vicini e lontani ”L’Italia ripudia la guerra”. Ascoltate specie voi giovani: partecipazione vuol dire sentirsi vivi nelle comunità
di cui si fa parte e lavorare per migliorarne le condizioni guardando sempre e solo ai diriui e agli interessi del popolo italiano cominciando da chi ne ha più bisogno. Per questo, impegno selenne la nostra bellissima Carta Costituzionale chiede di essere amata: conoscerla, viverla per amarla. È la negazione dell’amore la causa che calpesta i diritti dei popoli e ne aggrava le sofferenze. Avanti con coraggio, con fede e con tanto amore per questa
nostra Italia».
Oscar Luigi Scalfaro
19 febbraio 2011