Provincia, la protesta di MeroniSciopero della fame e incatenato

Cento ore in sciopero della fame e in catene per tentare di salvare la Provincia: è l'ultima trovata dell'assessore-deputato leghista Fabio Meroni che da martedì si aggira legato nel cortile di via Grossi. Si libererà sabato, per partecipare il consiglio aperto inella sede in costruzione alla IV Novembre.
Provincia, la protesta di MeroniSciopero della fame e incatenato

Monza – Cento ore in catene per tentare di salvare la Provincia: è l’ultima trovata dell’assessore-deputato leghista Fabio Meroni che da martedì si aggira legato nel cortile di via Grossi. In realtà il parlamentare, con una lunga catena alla caviglia, ricorda più un cane da guardia dato che si è ricavato un piccolo rifugio con brandina e macchinetta del caffè in un sottoscala. Meroni si libererà sabato, giusto in tempo per partecipare al consiglio aperto ai parlamentari e alla società civile in programma alla sede in costruzione alla IV Novembre.
Sabato terminerà anche lo sciopero della fame iniziato il 5 novembre: «Non sono un martire- commenta- io ho già dato alla causa della Brianza e sono intervenuto più volte alla Camera. Chi mi critica e afferma che cerco solo visibilità non capisce la politica: questi metodi di protesta sono gli stessi utilizzati da Gandhi».

Meroni punta ancora a portare il ministro Filippo Patroni Griffi a Monza («L’ho invitato più volte»). Sabato il consiglio provinciale, durante il dibattito, mostrerà quello che potrebbe diventare il primo spreco della riforma di riordino delle province: la sede, costata 22.000.000 di euro, quasi terminata che rischia di rimanere vuota. L’aula consiliare, ancora senza riscaldamento, sarà l’unico spazio agibile dello stabile in fase di ultimazione. Alla seduta parteciperanno anche il Comitato Pro Brianza, deciso a guidare la riscossa della Provincia di Monza.
Monica Bonalumi