Presidio dei lavoratori della CandySi teme la delocalizzione in Cina

Due ore di sciopero, venerdì, a Brugherio. Gli operai della Candy hanno incrociato le braccia contro la voce, non ancora confermata da parte dei vertici aziendali, che vuole la produzione cinese favorita rispetto a quella italiana.
Presidio dei lavoratori della CandySi teme la delocalizzione in Cina

Brugherio – Due ore di sciopero e il blocco della portineria. È questa la strategia scelta di lavoratori Candy, venerdì, per farsi ascoltare dall’azienda e soprattutto per far capire ai vertici del gruppo che è ora di dare risposte precise. Il problema pare esploso negli ultimi giorni, ma il tema è di quelli cruciali e stranoti: la produzione all’estero e le ripercussioni di questa strategia sui livelli occupazionali. La chiusura dello stabilimento della Bessel a Santa Maria Hoè è un boccone amaro ancora in fase di digestione; cento lavoratori lavorano un mese su tre perché Candy ha deciso di produrre le lavastoviglie in Cina.

In questo quadro, una recente e ufficiosa notizia ha fatto scattare i campanelli d’allarme tra i lavoratori che hanno così messo in agenda le due ore di presidio di ieri. Il succo è questo: secondo qualche indiscrezione, per ora non verificata, Candy avrebbe convinto un cliente abituale del Nord Europa solitamente intransigente sul made in Italy a provare il prodotto realizzato negli stabilimenti cinesi. Una mossa che, se fosse confermata, smentirebbe le promesse ripetute dai vertici Candy ai lavoratori: le linee di produzione cinesi servono solo il mercato orientale.

Ovunque stia la verità, sempre meglio mobilitarsi per tempo, hanno pensato i dipendenti. «Negli ultimi incontri di coordinamento a delle domande specifiche sui volumi produttivi della produzione cinese – si legge in un comunicato congiunto delle Rsu – l’azienda ci aveva assicurato che erano destinati esclusivamente per il mercato orientale. Aveva anche garantito un trasferimento aggiuntivo di produzione a copertura dei lavoratori dello stabilimento Bessel trasferitesi a Brugherio. Su entrambe le questioni la Rsu esprime una valutazione negativa dopo aver verificato che si tratta di affermazioni non del tutto veritiere».

Al caso del cliente nordico non si non fa riferimento esplicito, ma la sensazione è che l’argomento sia in cima alla lista delle domande che i lavoratori vorrebbero rivolgere alla proprietà e ai motivi dei due blocchi di venerdì: dalle 9 alle 10 e ancora dalle 15 alle 16. richiesta urgente Per il momento l’unico appuntamento fissato è quello annuale di maggio. Si tratta di un incontro tra azienda e sindacati che prevede la presenza del patron Aldo Fumagalli e che vede sempre all’ordine del giorno strategie di produzione e previsioni per il futuro. «Chiediamo con urgenza un incontro in azienda – scrive però la Rsu – che faccia chiarezza su tutte queste problematiche. Ci riserviamo di mettere in atto iniziative sindacali».
V. Pin.