Seregno – Tre anni di latitanza, tradito da slip e reggiseni. Dumitru Dan Guta, 27 anni, è ritenuto dalla Procura di Lecco uno dei componenti della banda che, il 6 settembre 2010, massacrò di botte l’imprenditore di VerderioSuperiore Luigi Moretto, aggredito nella sua abitazione al confine con Paderno d’Adda. L’hanno arrestato l’altra notte gli uomini della Squadra mobile della Polizia di Stato di Pavia, agli ordini del dirigente Francesco Garcea, che hanno scoperto come sul capo del rumeno pendesse la pesante accusa una volta accompagnato in questura per accertamenti.
Guta è stato bloccato in un cascinale di BadiaPavese insieme al connazionale Costel Mavrichie, 38 anni, che nulla ha a che fare con quanto accaduto tre anni fa nel Meratese. I due sono ritenuti responsabili della ricettazione di un carico di biancheria intima trafugato da un magazzino di Milano. Sulla base di una serie di riscontri investigativi che hanno fatto seguito a un’informazione confidenziale, gli uomini della Mobile di Pavia hanno fatto irruzione nel cascinale, arrestando i due rumeni. Gli agenti della Polizia di Stato hanno anche recuperato una partita di rame rubata, valore commerciale 10mila euro. Una volta accompagnati in Questura, la scoperta.
Dagli accertamenti è infatti emerso che su Guta pendevano addirittura tre ordini di carcerazione, uno dei quali proprio per l’assalto nella villa brianzola, un’abitazione in mezzo ai campi che si estendono tra strada dei Roncà e via Cascina San Gaetano. Come detto, la rapina risale alla notte del 6 settembre di tre anni fa, quando Luigi Moretto, 58 anni, titolare di una gelateria a Seregno, venne aggredito nella sua villa da un commando di tre persone. L’uomo venne picchiato a sangue, anche con i bastoni. Vennero colpiti anche i familiari, la moglie e la figlia, che riuscirono poi a sottrarsi alla furia dei banditi nascondendosi in uno sgabuzzino.
I rapinatori se ne andarono con gioielli, preziosi e monili in oro. A Guta gli investigatori del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Merate arrivarono grazie a un’impronta digitale. Inserita nel “cervellone” della banca dati del Comando generale dell’Arma, saltò fuori il suo nome come appartenente a un gruppo di nomadi dediti agli assalti a ville isolate. Il sostituto procuratore di Lecco Rosa Valotta, lo scorso dicembre, ha chiesto di processare l’uomo per concorso nella rapina, porto d’armi e lesioni aggravate. Latitante, Guta venne rinviato a giudizio dal gup Paolo Salvatore per l’udienza collegiale prevista nell’agenda del presidente della sezione penale del tribunale Ambrogio Ceron il 18 aprile. Si è sempre temuto che il processo si dovesse celebrare con l’imputato contumace. Così invece non sarà.
Antonella Crippa