Orti comunali in subappaltoA Roncello regna il degrado

Il Comune di Roncello ha deciso di dare una risoluta sterzata nel sistema di gestione degli orti comunali. Troppi casi di utilizzo abusivo degli appezzamenti di terreno, diventati regno delle erbacce. C'è il divieto di non vendere gli ortaggi, ma molti lo aggirano.
Orti comunali in subappaltoA Roncello regna il degrado

Roncello – Nuove regole, e un po’ più severe, per gli orti urbani sono arrivate dall’ultima seduta del consiglio roncellese, dopo che il Comune ha rilevato – tra le zappe e le piccole fila di ortaggi piantati nell’area dedicata di via Nassirya – che qualcosa deturpava la pur lodevole iniziativa di garantire a chi non ne ha a disposizione, uno spazio e un po’ di terra per trascorrere il tempo libero e godere di quello che produce.

Nella zona «nuova» del paese, tra la via Matteotti e quella dedicata ai caduti di Nassirya, (inaugurata con una cerimonia ufficiale cinque anni fa dalla vedova di un maresciallo vittima dell’attentato contro i militari italiani, ma ancora chiusa al traffico da due file di new jersey) , cintati da reti verdi stanno i diciotto orti comunali. Si trovano proprio accanto (e confinanti) a nuovi condomini, e questo è il primo problema, il decoro. Alcuni degli spazi assegnati infatti, come segnalato dai consiglieri e dallo stesso sindaco, al momento del sopralluogo erano un fiorire di erbacce molto alte e poco bucoliche.

Da qui, la scelta di aggiungere all’articolo 15, che contiene i motivi per cui decade l’assegnazione dell’appezzamento, il rischio di perdere il terreno se dal municipio arrivano tre «avvisi» per non aver tenuto in ordine le coltivazioni. Non solo, tra quanto raccolto dal comune negli orti c’è anche la pratica illecita di chi ricevuto lo spazio non ha tempo da dedicargli e allora lo subappalta.

«Il regolamento non lo consente – ha detto in consiglio il consigliere di maggioranza Massimo Scaglione, che ha seguito la questione -. Non consente neanche la vendita dei prodotti», ha aggiunto precisando che è consentita solo l’offerta libera. E infine, la questione dell’età dei coltivatori: per accedere agli orti c’è una lista di attesa soprattutto di pensionati, che l’amministrazione guidata da Davide Giacomin vorrebbe come principali destinatari del servizio, ma alcuni appezzamenti sono gestiti da giovani. «Crediamo – ha spiegato il consigliere Scaglione – che debbano essere uno spazio per le persone pensionate o comunque che sono a casa e possono avere attraverso gli orti un punto di aggregazione».

Quindi, nel nuovo regolamento, occorrerà aver compiuto 60 anni per fare domanda. Chi ha acquisito questo diritto con le vecchie regole potrà mantenerlo, se si impegnerà a rispettare quelle nuove. Così come non ci saranno scuse per gli over60 che dimostreranno di non osservarle o di non esserne in grado.
Letizia Rossi