Arcore/Monza – «Non ho avuto nessun rapporto intimo con Berlusconi a Villa San Martino di Arcore»: così «Ruby rubacuori», Kharima El Marough, avrebbe raccontato a Gigliola Graziani, ex responsabile della comunità protetta genovese di Sant’Ilario, dove la marocchina è stata ospite dal 30 giugno 2010 fino a quando è divenuta maggiorenne, che ha deposto ieri durante il processo denominato Rubygate nel quale l’ex premier è accusato di concussione e prostituzione minorile.

«Della festa – ha detto in aula la Graziani – Ruby mi ha descritto la tavola imbadita con i colori del tricolore e le portate». Un racconto ben diverso da quello che Ruby, sempre secondo la Graziani, avrebbe fatto alle altre ragazze della struttura: «Mi hanno detto che con loro ha parlato del bunga-bunga, una danza con toccamenti che veniva fatta a Arcore».

La marocchina poi avrebbe detto alle altre ospiti di conoscere persone importanti: «Calciatori e la modella Nina Moric, e si faceva bella mostrando vestiti griffati e gioielli tra cui una collana di perle che a suo dire le avrebbe regalato Berlusconi, perle che credeva fossero vere ma in realtà non lo erano».

Mentre il processo a carico di Berlusconi riprenderà il 27 febbraio, è sfumata definitivamente la possibla che l’altro, a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, fissato per il 2 marzo, sia spostato a Monza. Rimarrà a Milano: i giudici della quinta sezione penale hanno infatti respinto tutte le eccezioni delle difese che avevano chiesto di spostare il processo a Monza, tribunale competente territorialmente per quanto riguarda Arcore, o al tribunale di Messina, nel cui territorio si svolse il concorso di bellezza in cui Fede conobbe Ruby nel 2009.