Cogliate – Era in vigore dal 2007 e nessuno fino ad ora, in cinque anni, aveva battuto ciglio: è il cosiddetto «blocco anagrafico» ideato dall’allora sindaco di Cogliate Walter Cattaneo, provvedimento antievasori che prevedeva il mancato rinnovo della carta d’identità o dello stato di famiglia nel caso in cui il cittadino richiedente non fosse in regola con il pagamento di Ici e Tarsu.
Ora il commissario Maria Antonietta Gregorio ha revocato la delibera di giunta. Quella del 2009, firmata dall’amministrazione di Luciana Picco, che si rifaceva al precedente atto voluto dal borgomastro leghista Cattaneo. «Ma è un provvedimento che tuttora reputo più che utile per il comune – insiste convinto Cattaneo che l’aveva promosso nel 2007 – perché aveva duplice valenza: riuscivamo a recuperare i soldi dei tributi evasi e potevamo venire a conoscenza di eventuali casi di difficoltà ed intervenire».
«Mi sono capitati anche professionisti con redditi importanti – prosegue – che dicevano di essersi dimenticati di pagare per i troppi impegni e persone in estrema crisi. Mi ricordo di un caso in particolare: un 60enne al quale era appena morta la madre, in due appena sopravivevano con la pensione, ed al quale serviva la carta d’identità per recarsi a Lugano, in Svizzera, a curare un tumore in fase avanzata. Due minuti dopo l’aveva».
La revoca è intervenuta perché, come si legge sul documento firmato dal commissario: «Le direttive ivi contenute non sono riconducibili alle disposizioni legislative in vigore». Cattaneo su questo dissente: «Mi chiedo come mai fra migliaia di delibere, la prima saltata all’occhio sia stata quella. Sospetto che qualcuno dell’opposizione abbia segnalato l’atto dando precedenza a rivalse politiche più che alle vere necessità di Cogliate. Un po’ come per i cartelli della Padania, rimossi illegittimamente senza nessun ordine scritto del commissario».
Diego Marturano