Giussano – Sedici ergastoli per tre omicidi di ‘ndrangheta avvenuti in Lombardia. A partire dal boss Carmelo Novella, ucciso il 14 luglio 2008 in un bar di San Vittore Olona perchè voleva rendere autonoma la ‘ndrangheta lombarda dai vertici calabresi. Sono le richieste del pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Milano, Cecilia Vassena. Un risultato raggiunto grazie alle collaborazioni di Antonio Belnome, presunto boss della locale di ‘ndrangheta di Giussano e Michael Panaija, altro personaggio di spicco della stessa locale, per il quale sono stati chiesti 16 anni.
Belnome, 39 anni, fu il primo pentito a parlare con il pool guidato da Ilda Boccassini. Arrestato nel luglio 2010 nell’ambito della inchiesta Infinito, Belnome è già stato condannato per l’omicidio di Novella a 11 anni e 6 mesi. Legato ai clan Gallace-Leuzzi-Ruga, Belnome, con le sue rivelazioni, ha portato i magistrati milanesi ad eseguire, nell’aprile 2011, 19 ordinanze di custodia cautelare, con accuse relative a ben quattro omicidi avvenuti in Lombardia tra il 2008 e il 2010.
Di questi quattro fatti di sangue, l’unico su cui però Belnome non è stato ritenuto credibile, a seguito di pronuncia della Cassazione, è stato quello relativo all’esecuzione del 27 marzo 2008 ai danni di Rocco Cristello, trucidato da una sventagliata di colpi sparati sotto la sua abitazione di via Comasina, a Verano. L’unico su cui Belnome riferisce circostanze “per sentito dire”.
Il processo dunque riguarda gli omicidi di Rocco Stagno (come presunta ritorsione per l’assassinio di Cristello), 53enne di Varedo, ucciso presumibilmente il 29 marzo 2009 a Bernate Ticino (Milano) dentro una cava e il cui corpo non è mai stato trovato; o di Antonio Tedesco, detto “l’americano”, ucciso il 27 aprile 2009 a Bregnano (Como), colpevole di essersi vantato di essere stato con la donna sbagliata, e di Carmelo “Nunzio” Novella, reo di aver appunto nutrito ambizioni scissioniste.
Parte civile del processo il Comune di Seregno che ha chiesto 4,8 milioni di euro di danni. Per gli altri imputati, tra cui Vincenzo Gallace, Luigi Tarantino e Cristian Silvagna, accusati oltre che di omicidio anche di associazione mafiosa sono stati chiesti 16 ergastoli e l’isolamento diurno per uno o due anni.