Ndrangheta, blitz dei carabinieri:cosche attive nella zona di Monza

Ndrangheta, blitz dei carabinieri:cosche attive nella zona di Monza

Monza – Le ‘ndrine al centro dell’operazione "Isola" condotta nelle prime ore dell’alba dai carabinieri del Gruppo di Monza e della Compagnia di Sesto San Giovanni (Milano), sono quelle dei Barbaro, Nicoscia, Bubbo e Arena, rispettivamente rappresentate dal 50enne Romualdo Paparo di Isola Capo Rizzuto (Kr), dal 40enne crotonese Carmelo La Porta e dal 45enne Marcello Paparo, anche lui di Crotone, ma che ha abitato a Brugherio. Proprio nel centro alle porte di Monza, tra, l’altro, i carabinieri hanno sequestrato due appartamenti e un capannone. Per loro e ad altri sei, di cui uno al momento non rintracciato, l’accusa è, tra l’altro, di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il provvedimento è stato disposto dal Gip Caterina Interlandi su richiesta del Pm Mario Venditti, della Dda di Milano.

Tra gli altri reati contestati, a vario titolo, ai venti arrestati ci sono anche la detenzione e il porto abusivo di armi (anche da guerra), lesioni ed estorsione. Dei 20, cinque sono stati catturati a Isola Capo Rizzuto, uno ad Avetrana (Taranto), uno a Petronà (Catanzaro), una a Galbiate (Lecco) e gli altri dodici tutti nell’hinterland milanese, dove erano residenti. Tra loro c’è anche il 40enne maresciallo capo della guardia di finanza di Monza, Giuseppe Russo accusato di aver favorito il gruppo criminale alleggerendo o evitando i controlli, in cambio della cessione di una quota del ristorante ´Taverna d’Isolaª di Villasanta (Milano) e per un soggiorno gratuito in uno noto villaggio turistico di Isola Capo Rizzuto. Il finanziere è stato bloccato dai suoi stessi colleghi.

"In Calabria i Nicosia e gli Arena si contendono il territorio con decine di omicidi in una delle faida più feroci dell’ndrangheta – spiega il pm Mario Venditti titolare dell’indagine – ma nella zona di Monza, Cologno Monzese e Melzo (hinterland Sud di Milano) vanno a braccetto per la realizzazione degli affari, attraverso l’infiltrazione con metodi mafiosi nel locale tessuto economico-sociale, dalla gestione delle imprese fino al controllo delle maestranze!".

L’indagine dei carabinieri ha preso avvio dopo che il 6 ottobre 2004 a Cologno Monzese (Milano), il direttore di banca Roberto Rigola di 45 anni, mentre era a bordo della sua automobile, era stato ferito da un colpo di pistola al gomito sparato da uno sconosciuto motoclista che lo aveva affiancato a un semaforo.
L’unico torto della vittima era essere il vicino di casa e guidare la stessa, identica, automobile di Giovanni Apollonio, rappresentante di una delle cooperative che non aveva ceduto alle pressioni degli imprenditori in odore di mafia che volevano acquisire la sua società. Nel 2004 la tregua con gli Arena, firmata nel 2006 e "valida" solo al Nord, doveva infatti ancora venire, e Paparo veniva così avvertito dai sicari della cosca avversaria che si stava allargando troppo. "Quell’agguato ha portato alla nostra attenzione le numerose attività riconducibili a Paparo" spiegano i carabinieri, che poco dopo fermarono il 45enne crotonese, fino ad allora incensurato, per il possesso di una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa.