Musica e cultura non sono gratisVia Audio e i furbi dell’accredito

Attenzione, rivoluzione in corso: Via Audio Records, l'etichetta indipendente di stanza a Seregno, non darà più accrediti per assistere ai concerti che organizza all'arci Tambourine e muove guerra contro il vizio antico e oggi dilagante dello scrocco musicale.
Musica e cultura non sono gratisVia Audio e i furbi dell’accredito

Seregno – Attenzione, rivoluzione in corso: Via Audio Records, l’etichetta indipendente di stanza a Seregno, non darà più accrediti per assistere ai concerti che organizza all’arci Tambourine, ma anche a Milano, e muove guerra contro il vizio antico e oggi dilagante dello scrocco musicale. O meglio, non darà più tutti quegli accrediti che a ogni data si trova a smistare e che – a volte – fanno più del pubblico pagante. Lo hanno comunicato Fabio Paolo Costanza e Matteo Camisasca in rappresentanza dell’associazione culturale con sede in via Tenca: “No accredito, no (o Yes?) Party: perché Via Audio non darà più un accredito. E ne darà tanti altri”.
Già perché? «Vogliamo far capire che dietro un concerto ci sono il lavoro, l’impegno e la passione di molti, compreso l’artista – spiega Costanza – Ed è un tentativo che facciamo per far riflettere e cambiare una mentalità radicata, ma il cambiamento deve partire dalla gente. La musica dal vivo sta vivendo, come tutto, un periodo di crisi molto forte, crisi economica ma anche culturale. Ci abbiamo ragionato parecchio e questo è anche un invito per gli operatori del settore che lavorano in un’ottica no profit come noi per garantire un’offerta di qualità a prezzi popolari o a ingresso gratuito: è ora di dire basta a chi cerca di fruire gratis del lavoro altrui. Sarà la nostra carta dei valori».

Per chi ne mastica di meno, accreditarsi (o provarci) per un concerto significa entrare senza pagare il biglietto. Come ospiti. «Il discorso è semplice: non c’è problema se si tratta di chi deve seguire gli eventi per lavoro, di persone disabili con i loro accompagnatori o di persone in difficoltà perché si sono ritrovate disoccupate», continua Costanza.
Il problema è spiegato nel comunicato di Via Audio: «Sono gli ospiti degli artisti il cui numero è inserito quale clausola contrattuale e che riteniamo oggi arrivare troppo di frequente a cifre folli. Un ospite a musicista ci sembra la cifra più adatta. Purtroppo spesso sono decine, purtroppo a volte superano il numero dei paganti (…). Pseudogiornalisti, pseudofotografi, pseudoaddettiailavori, pseudodiscografici, pseudoaddettistampa, pseudogentedelsettore, pseudogentedelgiro sbraitano famelici a Milano e dintorni per finire sulla famosa lista, per il gusto di scroccare o, quando è peggio, per avere conferme sulla propria identità: io entro gratis, io non sono come gli altri, io vanto un “credito”».

Il messaggio condiviso su facebook ha raccolto like e commenti positivi. La palla è stata lanciata. Ora, secondo la teoria del piano inclinato, può solo continuare a rotolare.
Chiara Pederzoli

(ultima modifica 5 dicembre)