Muore dopo cinque interventiQuattro medici a processo

Cinque interventi chirurgici, in poco più di un mese. Un'agonia costata la vita al 44enne monzese Angelo Colciaghi, deceduto nel 2007 al San Gerardo. Un caso che ha portato alla sbarra quattro medici, il cui processo si avvia ora alle conclusioni.
Monza, ipotesi rimborsi gonfiatiCarabinieri del Nas all’ospedale

Monza – Cinque interventi chirurgici, in poco più di un mese. Un’agonia costata la vita al 44enne monzese Angelo Colciaghi, deceduto nel 2007 al San Gerardo. Un caso che ha portato alla sbarra quattro medici, il cui processo si avvia ora alle conclusioni. La pubblica accusa, infatti, ha chiesto la condanna nei confronti di due chirurghi vascolari dell’ospedale monzese, e due assoluzioni nei confronti dei coimputati, tra cui un medico specializzando.

Le richieste dell’accusa vanno da un anno nei confronti di Enzo Villa, medico curante del paziente deceduto, e otto mesi per Andrea Sanpaolo, già condannato in primo grado dal tribunale di Monza per un altro caso di malasanità. «Quello che era stato prospettato dagli imputati come un intervento di routine, si è trasformato in un calvario», ha detto il viceprocuratore onorario Raffaella Marti nel corso della requisitoria.

L’uomo aveva problemi di peso, afflitto da una stazza non indifferente, che gli dava noia anche solo nell’atto di camminare. Bastava percorrere un breve tratto a piedi, che l’uomo accusava forti dolori alle gambe, tali da essere costretto a fermarsi. Ad aggravare la situazione, anche il fatto che il suo lavoro lo costringeva a stare in piedi. Secondo le accuse, i medici, in particolare il curante, avrebbero dovuto informare il paziente in modo più adeguato dei rischi connessi all’intervento.

Inoltre, il pm ha sottolineato come l’uomo avrebbe potuto essere sottoposto ad un regime di dieta stretta, prima di essere operato con intervento di by pass bi-femorale, il 4 aprile 2007. Un’operazione andata storta, durata la bellezza di sette ore, durante la quale i due imputati avrebbero commesso un errore nel cercare una via di accesso chirurgica all’aorta femorale.

Dopo altri quattro interventi, le condizioni del falegname brianzolo si sono aggravate a tal punto da provocarne il decesso. A causa delle complicanze insorte a seguito della prima operazione, i medici erano stati costretti a procedere alla resezione parziale dell’intestino. Gli imputati dal canto loro, negano le accuse: «se fossi stato convinto di aver agito con leggerezza – ha dichiarato spontaneamente Enzo Sala davanti al giudice – avrei patteggiato la pena e avrei cambiato immediatamente mestiere».

L’altro imputato, per cui è stata chiesta la condanna, invece, era stato condannato in primo grado ad otto mesi per la morte di un pensionato 70enne di Cinisello. Si torna in aula oggi. La parola passa agli avvocati della difesa, e infine al giudice, per la camera di consiglio e la lettura della sentenza, che potrebbe avvenire domani.
f. ber.