Muggiò – È una bella atmosfera quella che si respira il venerdì pomeriggio al Martin Luther King nel laboratorio musicale. Niente cattedra, niente lavagna. Solo tanti sgabelli per i ragazzi e per il maestro. Un maestro d’eccezione: Marco Ferradini. Le pareti sono tappezzate con le foto dei tanti progetti che hanno realizzato gli alunni negli anni scorsi. Non mancano i poster, ci sono i Beatles ma c’è anche lui, Marco Ferradini ai tempi di “Teorema” (era il 1981) cantata all’infinito dagli adolescenti degli anni Ottanta, ma non solo.
Ferradini suona con i ragazzi, canta con loro, parla con loro di musica dei loro gusti, fa loro scoprire canzoni di un cantautorato italiano di altri tempi: Battisti, De André, forse sono troppo lontani dagli adolescenti di oggi. Ma le perplessità iniziali si dileguano nel canto e nelle musica. Così Beatrice (Ferrantino) canta con passione “Anche per te” di Battisti, la stessa canzone che le ha fatto vincere un mese fa il Cantabrianza. Ma questo il maestro non lo sa. Ad accompagnarla c’è Alice, Alberto, Stefano, Davide, Mirko e Silvia. Hanno dai 15 ai 22 anni, il più grande, Stefano, ha proseguito anche dopo il diploma. Ferradini suona con loro, registra, ascolta, corregge qualche accordo.
«È sempre molto difficile – ha sottolineato Ferradini – in questa fascia d’età mettere d’accordo i gusti musicali dei ragazzi: i maschi predilogono il rock, quello d’oltremanica d’oltreoceano, magari non capiscono una parola, ma è bello perché picchia, le ragazze sono per il melodico ».
Ma cosa ci fa Marco Ferradini al Martin Luther King di Muggiò? Tutto è partito da un incontro casuale con Marina Andreotti, docente dell’istituto e responsabile delle attività artistica che il venerdì pomeriggio animano le aule dell’istituto: canto corale, musica e teatro. «Era l’insegnante di mio figlio in una scuola musicale di Monza – ha ricordato l’Andreotti – chiesi a Ferradini se avesse voluto insegnare anche a Muggiò e lui accettò». E da allora sono trascorsi più di dieci anni.
«Amo la musica – ha sottolineato Ferradini – mi è sempre piaciuta l’idea che la chitarra potesse essere paragonata ad un’ancora, di salvezza, a cui aggrapparsi anche nei momenti più difficili. Mi piace l’idea che possa aiutare i giovani, o almeno alcuni di essi a coltivare la passione per la musica». E ha aggiunto: «La musica ha aiutato moltissimo la mia generazione e può aiutare i ragazzi di oggi e quelli di domani». Forse anche i suoi alunni canticchiano ancora Teorema tornando dalle gite in pullman, ma lui non lo sa. Al saggio finale ci sono sempre le richieste dei genitori che fanno andare indietro nel tempo. Nessuno osa chiedergli Teorema. Ferradini è molto di più. È il maestro.
Giusy Taglia