I test di Barcelona sono ormai una tradizione della Formula 1. E a Barcellona, in questa prima ora di test, la Mercedes è già andata fortissima, sulla stessa prestazione avuta da Bottas nella qualifica dell’anno scorso. Le monoposto sono, in generale, le evoluzioni di quelle 2019, visto che l’anno prossimo il regolamento cambierà in modo sostanziale, le scuderie hanno ovviamente optato per un risparmio di spese. Ma l’evoluzione, questo è certo, c’è chi la fa in modo “tenero” e chi la fa molto “pesante” come sembra abbia fatto la Red Bull motorizzata Honda. La Mercedes, oltre a curare la preparazione della propria monoposto, riesce anche a capire, attraverso strumentazioni sofisticate, anche i difetti che gli avversari possono avere in corsa. Per esempio, utilizza termocamere per studiare i punti di calore delle monoposto avversarie.
Occorre tuttavia precisare che i test di Barcellona, almeno nella prima serie, hanno un valore molto relativo poiché le scuderie si nascondono. Un pilota che ha il sedere caldo (come diceva Niki Lauda) dopo una decina di giri può dare indicazioni già molto esaurienti ai propri ingegneri su quel che occorre fare nelle giornate di prova. E in quei giorni il programma viene portato a termine.
La Ferrari l’anno scorso optò per una serie di test mirati alla velocità, percorse tanti chilometri per cercare l’assoluta affidabilità del motore. Il motore non ebbe quasi mai problemi, ma le piste decretarono insufficienze sostanziali rispetto alla Mercedes nell’aerodinamica. Nei test di Barcellona 2019, la SF90 risultò molto veloce in rettilineo ma nel tratto T3, quelle di curve lente, beccava mezzo secondo dalle Mercedes. Mezzo secondo che puntualmente beccò anche nel GP di Spagna.
Ma da quel che ho potuto capire e ho potuto sapere, stavolta la Ferrari ha cominciato a studiare il comportamento della SF1000 guidata da Charles Leclerc sul tracciato di Barcellona (Vettel ha accusato una leggera indisposizione) con un serbatoio con tanta benzina in modo da avere dati sicuri sul settore più lento, appunto il T3.
Mi ha destato buona impressione la Red Bull che con Verstappen ha compiuto 168 giri (i due della Mercedes insieme ne hanno fatti 5 in più). La Red Bull ha mostrato ottima velocità in rettilineo, segno evidente che la cura al motore Honda fatta dall’azienda austriaca AVL di Graz sta dando i suoi frutti. Adrian Newey, il progettista Red Bull, ha cambiato abbastanza radicalmente la vettura proprio in funzione della maggiore efficienza della power unit. Una curiosità: la AVL di Graz è la stessa azienda che, nel 2014, aveva stretto un accordo con la Ferrari per lo sviluppo della power unit della Rossa di Maranello.