Il Coronavirus ha fortemente colpito il mondiale di Formula 1 che ha dovuto annullare, o rinviare a data da destinarsi, i gran premi d’Australia, Barhein, Vietnam, Cina, Olanda, Spagna, Monaco, Azerbaijan, Canada e Francia. Come dire: alcuni circuiti di grande fascino, come Monaco e Azerbaijan; classici come Australia, Spagna, Canada e Francia; nuovi come Vietnam e Olanda. Le restrizioni per evitare contagi da Covid-19 fanno si che i gran premi verranno disputati senza pubblico e Liberty Media, proprietaria statunitense del Circus, per evitare ferite economiche profonde, ha dovuto studiare contromisure atte a non perdere troppi soldi sia dei diritti televisivi sia degli sponsor dei circuiti.
In più, per far perdere meno soldi possibili alle squadre (che, come ha detto Bernie Ecclestone «quest’anno perderanno quel che non guadagneranno») Liberty ha cercato, insieme con la FIA, di disputare più gare possibili in Europa. Cosicché, dopo aver stilato un primo calendario che comincia dall’Austria con due gare (il 5 luglio il GP d’Austria e il 12 luglio il GP di Stiria), si passerà quindi in Ungheria il 19 luglio, in Inghilterra con doppio impegno il 2 agosto GP D’Inghilterra e il 9 agosto il GP del Settantesimo Anniversario F.1; si recupererà la Spagna il 16 agosto, quindi il Belgio il 30 agosto e il GP d’Italia il 6 settembre. Il nuovo calendario diramato dalla FIA si ferma qui, evidentemente Liberty Media sta contattando i proprietari di circuiti per saggiarne la disponibilità a recuperare le gare saltate o a raddoppiarle. Ci sono, comunque, i GP di Cina, Barhein, Vietnam e Canada che sono stati rinviati a data da destinarsi e quindi potrebbero essere recuperati. Così come si potrebbe correre, sempre senza pubblico, in Russia, Stati Uniti, Messico, Brasile e Abu Dhabi se ci saranno le condizioni per farlo. Per disputare una gara che non sia già in calendario e quindi non siano stati già pagati i relativi diritti, Liberty Media chiede un ingaggio di 2 milioni e mezzo di euro. E qui si inserisce la possibilità di avere un secondo, se non anche un terzo Gran premio in Italia.
L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola e l’Autodromo toscano del Mugello, di proprietà Ferrari quindi FCA, hanno la licenza internazionale FIA per l’organizzazione di un gran premio. Il primo si dice disponibilissimo a riaprire, sia pure senza pubblico, le porte alla Formula 1 che manca al Santerno dal 2006: GP di San Marino oppure più semplicemente GP di Imola visto che, a quanto sembra, dall’antica repubblica situata in mezzo alla Romagna di soldi da impiegare in Formula 1 non ne arriverebbero mentre invece la società locale, Formula Imola, presieduta da Uberto Selvatico Estense, fin dallo scorso marzo ha accettato di pagare i 2 milioni e mezzo di euro richiesti da Liberty Media. La proprietà del Mugello,invece, ha già detto chiaro e tondo di essere disposta a dare l’impianto per correre, ma di non essere disposto a pagare la cifra che Liberty Media vuole per la disputa della gara. A questo punto, secondo alcuni “sussurri”, la Regione Toscana starebbe cercando i soldi per far disputare una gara mondiale al Mugello.
La proprietà del Mugello, non volendo pagare Liberty Media per disputare la gara di Formula 1, lascia supporre di non avere interesse ad organizzare la competizione. Ma sembra che a portare avanti la candidatura dell’autodromo toscano in contrapposizione al Santerno sia stata la presidenza dell’Aci ( ovvero Angelo Sticchi Damiani, nrd.) per via d’una vecchia polemica col presidente di Formula Imola il quale, a sua volta, fa sapere che «la pista di Imola è più larga di quella del Mugello. La nostra ha una variabilità 10-16 metri, quella toscana 9-15». Inoltre Imola dovrebbe avere un vantaggio: il gran premio avrebbe una copertura economica privata mentre il Mugello, se la Regione Toscana interverrà, avrebbe in toto o in parte un finanziamento pubblico, cosa che di questi tempi non godrebbe di molta popolarità. Se, tuttavia, il Mugello troverà una copertura a maggioranza di finanziamento privato, allora è possibile che in Italia, nel 2020, si possano disputare addirittura tre gran premi iridati.
Infine, Liberty Media ha stabilito che solo dieci giornalisti, otto delle principali testate mondiali e due freelance, potranno seguire i gran premi nel 2020, ma con ristrettezze operative notevoli. I giornalisti dovranno restare in sala stampa, non potranno scendere nel paddock e le interviste avverranno solo via tv. Parecchi giornali italiani, dal Corriere della Sera a Repubblica, sembra abbiano già deciso di non mandare inviati: per assistere a un gran premio dalla sala stampa tanto vale non spendere soldi e seguirlo dalla tv di redazione.