Grande delusione nel salone dell’Automobile Club Milano gremito di soci di vari Scuderia Ferrari Club invitati dal presidente Geronimo La Russa per festeggiare insieme l’ultima gara del mondiale di formula 1, il VP di Abu Dhabi. Prima del via del Gran premio, La Russa ha premiato i presidenti dei club e il loro coordinatore nazionale Mauro Apicella; io personalmente, con grande piacere, ho ricevuto da Amelio Ruzza, presidente del Scuderia Ferrari Club di Rovigo, la tessera di socio onorario. Il raduno festoso si è trasformato ben presto in delusione per le vicissitudini che hanno accompagnato la corsa, in verità piuttosto noiosa, che abbiamo visto su un enorme telone.
La vittoria di Hamilton è stata sportivamente applaudita, il terzo posto di Leclerc, quasi in volata su Bottas, e il quinto di Vettel sono stati accolti con sospiri di rassegnata liberazione!Delusione comprensibile e totalmente condivisibile. Non c’era, in effetti, alcun bisogno di regalare ai piloti Mercedes una strategia a dir poco fallimentare per far vincere a Lewis l’ultimo Gp della stagione, ad Abu Dhabi. Il già sei volte campione del mondo è già forte abbastanza, sia a livello di doti personali sia per le qualità della Mercedes: di regali su un piatto d’argento non ne ha certo bisogno, anche perché la Rossa dopo aver spopolato nella parte centrale della stagione è tornata nei ranghi, addirittura nelle ultime gare dietro anche alla Red Bull.
All’errore della qualifica di sabato se n’è aggiunto un secondo sulla linea di partenza dove i commissari hanno rilevato discrepanza fra la quantità di benzina misurata nel serbatoio della Rossa di Leclerc e quanto dichiarato dalla Ferrari. Una multa arriverà di certo. Il terzo, e più grave errore, fatto dal tattico spagnolo della Ferrari (che evidentemente quando le cose non vanno bene o va in confusione oppure cerca di raffazzonarle con soluzioni tanto estemporanee quanto fallimentari).
Al Marina di Abu Dhabi, Leclerc e Vettel sono partiti con gomme diverse, quindi con diverse strategie. Leclerc con pneumatici medi, colore giallo; Vettel con quelli soffici, rossi. C’erano quindi due condizioni diverse di gara che sono state contraddette mano a mano che i giri passavano con Hamilton al comando e Leclerc secondo che dopo pochi metri dal via aveva sorpassato Verstappen, staccandolo. Sembrava un canovaccio facile da decifrare. Invece no. Il cambio gomme di Leclerc, dure al posto delle medie, è avvenuto dodici giri prima del prevedibile calo di prestazioni ( con alcun degrado visibile).
Questa decisione ha fatto sì che Verstappen facesse la stessa cosa molti giri dopo e, avendo pneumatici più freschi, non ha tardato molto a riprendere Leclerc e a superarlo. Per mantenere la terza posizione e portare Vettel alla quinta, il team ha richiamato i piloti al box e ha loro cambiato ancora gomme: due soste ciascuno, strategia evidentemente unificata, confusione di idee. Ora si parla di possibilità di vittoria iridata nel 2020. Ma prima occorre aggiustare le idee e decidere di considerare Charles Leclerc come prima guida dandogli tutto l’appoggio che quest’anno non ha avuto.