Monza – E’ stato rinviato a giudizio il trentenne albanese accusato di stalking nei confronti di una donna di Lissone, ex titolare di un bar in zona ospedale San Gerardo. L’inizio del processo è stato fissato il prossimo dieci maggio, davanti al giudice Giuseppe Airò. Si tratta di uno dei “peggiori casi di stalking”, come lo definiscono in procura, che vede da un lato la trentaseienne, dall’altro l’immigrato albanese, Z.L., in carcere da dicembre proprio con l’accusa di stalking. Nel mese di febbraio, i due si sono ritrovati di nuovo faccia a faccia, in occasione dell’udienza di incidente probatorio celebrata davanti al gip Licinia Petrella.
La donna protetta da un cordone di carabinieri, ha dovuto ripercorrere il dramma vissuto dopo la fine della relazione con l’uomo, finito in manette dopo che era uscito da pochi giorni di galera. L’accusa parla di persecuzioni violente ed insistite dell’uomo, trasformatosi in una vera e propria ossessione per la commerciante. Questa, nei mesi precedenti all’arresto, aveva chiesto all’ex marito di intervenire in sua difesa. Per tutta risposta l’albanese lo aveva aggredito assieme al fratello, facendosi così arrestare. Dopo aver scontato la pena in carcere, ha ricominciato a ripresentarsi all’indirizzo della ex fidanzata, fino a farsi arrestare nuovamente per stalking. I due, giovani e di bell’aspetto, avevano allacciato una relazione che si è ben preso rivelata un incubo.
Secondo la denuncia della donna, questa avrebbe cercato di mettere fine alla storia, quando aveva notato l’atteggiamento sempre più insistente e ossessivo da parte del partner. La barista era stata costretta ad abbandonare la sua attività commerciale, e le era stato anche intimato lo sfratto dal padrone di casa, a causa delle continue liti violente. L’albanese, peraltro, è indagato per un caso simile, con un’altra commerciale brianzola in qualità di parte offesa.