Un 34enne egiziano condannato a 10 anni per aver rapito la figlia di 10 anni, e averla portata via dalla Brianza verso il suo paese, sottraendola alla madre, che da sette anni non ha più notizie della piccola. Questa la condanna pronunciata nei giorni scorsi dal tribunale contro il nordafricano, a oggi irreperibile. I fatti contestati risalgono al 2014. L’egiziano e la compagna romena avevano convissuto prima a Monza, e poi a Paderno Dugnano. La loro relazione si era interrotta, e loro figlia era rimasta con la mamma.
La sera di San Valentino del 2014, la donna (30enne) si era fatta convincere da alcune amiche di infanzia a uscire, lasciando la piccola al papà. Si erano incontrati per la consegna a Milano, dove il 34enne si era trasferito. Ma il giorno seguente, l’ex compagno e la bambina erano spariti. L’uomo non rispondeva al telefono e neanche al citofono dell’abitazione. Un amico dell’egiziano le confidò la volontà del suo connazionale di partire. Preoccupatissima, la donna fece quindi intervenire i carabinieri che irruppero nell’abitazione, vuota, dell’uomo. Dalla casa erano scomparsi anche tutti gli abiti. Pure quelli della figlia, insieme alle altre cose della piccola e al suo documento di identità.
Il 34enne, sempre secondo le ricostruzioni del pm Carlo Cinque, si era già organizzato per tempo per sparire una volta per tutte: sapendo, anche se con brevissimo anticipo, che la donna quella sera gli avrebbe lasciato la piccola, aveva acquistato un biglietto aereo per l’Egitto. Da allora la 30enne non ha più avuto notizie della sua figlioletta.
La vicenda ricorda quella della piccola Emma Houda, di Vimercate, rapita dal padre siriano e portata in medio oriente. Nel 2015 era stato condannato a dieci anni per sequestro di persona e sottrazione di minore. Mohamad Kharat, il papà della bimba, appunto, che nel dicembre del 2011 era partito portando con sé la piccola di poco più di un anno. Dell’uomo e della bimba non si sono più avute notizie certe per anni, mentre Kharat veniva colpito da mandato di arresto internazionale. Era stato condannato a pagare anche una somma di 50mila euro come risarcimento ad Alice Rossini, la mamma brianzola della bimba e sua ex compagna. Per Emma Houda erano state organizzate fiaccolate e raccolte firme, ed era stato chiesto l’impegno delle autorità e alle istituzioni italiane. Nel marzo 2017, però, la piccola era tornata a casa (dopo anni nella Siria martoriata dalla guerra) e aveva potuto riabbracciare la madre. Kharat, nello stesso anno, era stato estradato.