Monza, parchimetri poco evolutiE la sosta diventa un salasso

Monza, parchimetri poco evolutiE la sosta diventa un salasso

Monza – Impossibile non perdere la pazienza. Le macchinette predisposte da Tpm per la sosta a pagamento in centro possono mandare su tutte le furie anche il più pacifico degli automobilisti. Il problema? Le macchinette non danno il resto, e così gli utenti sono costretti loro malgrado a portarsi appresso le monetine contate al centesimo, pena l’impossibilità di ottenere il prezioso tagliando per la sosta. Una seccatura che non è certo passata inosservata, e che ha sollevato non poche critiche da parte dei cittadini.

La testimonianza – «Qualche giorno fa ho parcheggiato l’auto in area Cambiaghi – racconta Simona Giovannone -. Nel borsellino avevo solo una moneta da 2 euro, ma dal momento che il cartello indicava il costo di 1 euro e 80 centesimi per la sosta di un’ora, ero certa che con i miei 2 euro sarei riuscita a staccare un tagliando per una sosta di un’ora abbondante». E invece, niente da fare. «La macchinetta si ostinava a ripetermi che la quota minima per il parcheggio era di 3 euro e 60, quando il cartello indicava chiaramente la cifra di 1 euro e 80 centesimi. Ho pensato che fosse guasta e così ho provato con un’altra, e con me anche le altre persone che si erano accumulate dietro di me in coda».

Nessun guasto
– Nessun guasto, la macchina ha funzionato perfettamente (si fa per dire) o per lo meno ha rispettato i parametri con cui è stata fabbricata. Una scena che si ripete puntualmente anche in piazza Garibaldi, e in tutte e trenta le postazioni Tpm per il parcheggio a pagamento seminate in tutto il centro città.

Il gestore – «In quel particolare tipo di macchinette vi è la compresenza di due diverse tariffe: una lineare e una forfettaria, che entra in vigore la domenica, nei festivi e dopo le 19.30 – spiega Giovanni Fraschetto, direttore di Tpm -. Il problema è purtroppo tecnico e insuperabile. Ne ho discusso anche con i responsabili della Siemens (l’azienda produttrice del macchinario, ndr) ma non sembra esserci per il momento una soluzione praticabile». Nella fascia forfettaria è impossibile frazionare il pagamento.

L’alternativa (costosa)
– «L’ideale sarebbe riuscire a installare macchine capaci di dare il resto – continua il direttore di Tpm -. A quel punto non si porrebbe più il problema delle frazioni di ora». Un problema però c’è, ed è il costo. Ogni macchina è antisfondamento e blindata, e costa circa 7.000 euro. Impossibile per l’amministrazione pensare di cambiarle tutte. L’unica alternativa è quella di portarsi le monete contate, in attesa che la Tpm provveda a migliorare almeno la cartellonistica dei parcheggi.
Sarah Valtolina