Torna per il terzo anno consecutivo Libera un libro a Monza, la caccia al tesoro letteraria promossa dal gruppo Libera la cultura a Monza. L’appuntamento per gli appassionati a caccia di testi è per sabato 8 e domenica 9 aprile. Dove? Ovunque.
Poche regole, quelle di sempre: chiunque può partecipare senza limite di età. Basta lasciare un libro (usato in buono stato oppure nuovo acquistato per l’occasione) in un posto pubblico e visibile della città: una panchina, dei gradini, l’ingresso di un negozio, lo sportello bancomat. Importante è ricordarsi di aggiungere un biglietto con il nome dell’iniziativa (Libera un libro a Monza) e magari una dedica per chi lo raccoglierà. È bene anche riporre il libro in una busta di plastica trasparente, per preservarlo da polvere e maltempo. Chiunque troverà il libro “liberato” potrà raccoglierlo liberamente e, magari, lasciarne uno a sua volta. Tutto va bene: libri per bambini, manuali, saggi, romanzi, libri di poesie, testi storici e manuali di storia dell’arte, volumi di cucina e libri di fotografie. Insomma, tutto, basta che sia un libro.
«Chiediamo a chiunque parteciperà a questa nuova edizione di Libera un libro di pubblicare le foto dei libri liberati e trovati direttamente sulla pagina Facebook dell’evento – spiega Raffaella Martinetti, ideatrice dell’iniziativa – in modo da creare una simpatica caccia al libro per Monza». È inoltre possibile utilizzare l’hashtag #liberaunlibroamonza, per rintracciare tutte le immagini relative all’evento.
«Forza monzesi – continua Martinetti – per un weekend vediamo la nostra città piena di libri e allegria, dobbiamo superare i mille libri liberati». Lo scorso anno, infatti, furono poco più di 800 i volumi ritrovati per le strade e gli angoli di Monza. «La sfida di quest’anno sarà quella di migliorare ancora di più la partecipazione – conclude Raffaella Martinetti -. Questa idea è nata proprio con lo scopo di soddisfare la voglia di libri e anche di recuperare in qualche modo il concetto di bene comune, qualcosa da condividere in un vero e proprio esperimento di socialità».