Monza – Due giorni di didattica alternativa e autogestita. Con la possibilità di restare a scuola fino alle 23 e l’obbligo di vigilare che tutto si svolga in totale sicurezza, impendendo l’accesso ad estranei. È l’accordo raggiunto tra gli studenti e il preside Vincenzo di Rienzo dopo l’occupazione, giovedì mattina, del liceo Zucchi. Una mobilitazione con adesione totale, secondo i ragazzi, e stimabile nel 65% degli alunni secondo i dirigenti.
Quattro i punti sui quali i ragazzi hanno voluto portare l’attenzione con questa presa di posizione: la decisione del Governo di tagliare il fondo ministeriale che serviva a finanziare le attività extracurricolari, il decreto Aprea che, di fatto, riscrive le norme sul governo delle scuole, i fondi destinati alle scuole paritarie, e non a quelle pubbliche, all’interno del patto di stabilità e alcune carenze strutturali dell’istituto, già segnalate alla Provincia, ma per le quali non ci sono mai stati interventi.
Ai ragazzi anche la solidarietà di un ex rappresentante d’Istituto. «Esprimo piena solidarietà e convinto sostegno ad ogni iniziativa, legale o meno, che gli studenti del Liceo Zucchi di Monza intendono operare per la riaffermazione del diritto universale e costituzionale allo studio- ha scritto Marco Nebuloni in un comunicato inviato in redazione – Ogni battaglia per una scuola pubblica, gratuita, democratica e di qualità è giusta e legittima, e si scontra necessariamente con ogni tensione conservatrice o reazionaria: scegliere da che parte stare, schierarsi, essere partigiani, è questa la lezione che le pagine migliori della nostra Storia nazionale ci insegnano. Per quanto mi riguarda starò sempre dalla parte degli studenti, cioè dalla parte del futuro. Che è anche la parte del lavoro, della giustizia sociale, della libertà nell’uguaglianza e della vera democrazia».