Monza, cultura e gli studenti 2.0Al Manzoni il futuro è già presente

''Click, si legge!'' ha raccolto quasi 800 studenti di Monza e Brianza al teatro Manzoni per raccontare la cultura di domani e come cambia il rapporto con i mezzi culturali. In diretta streaming su ilcittadinomb.it. Cronache dal futuro.
Monza, cultura e gli studenti 2.0Al Manzoni il futuro è già presente

Monza – Asimo sa di musica e nel 2008 ha diretto l’orchestra sinfonica di Detroit; Deep Blue che gioca a scacchi ed è passato alla storia nel 1997 per aver battuto il genio di Kasparov. Il primo, è un robot, l’altro un computer. E non sono soli: c’è per esempio quello che suona il violino, e quello che balla il flamenco; e poi il software che compone notizie di baseball.

Scenari a lunga distanza di cultura 2.0 e una domanda, che solca i campi dell’informatica e ammicca alla filosofia: l’uomo sarà superato dalla macchina, o meglio, dal suo doppio digitale?

Fino ai confini del domani più remoto, per tornare all’oggi e alle strade per cui procede l’evoluzione delle tecnologie digitali, per capire dove porteranno e indovinare come intersecheranno gli sviluppi sociali, culturali, della comunicazione, declinata nelle sue professioni. Un dibattito, “Click si legge!”, affiancato, per temi, al Forum Unesco in Villa Reale, e proposto a un pubblico non di specialisti, ma di studenti, oltre settecento, da quindici istituti brianzoli. Come se la cultura del futuro, dal futuro abbia parlato a chi, nel futuro, se ne occuperà, e la creerà, gestirà, diffonderà.

Soprattutto, domande: internet, per esempio, rende stupidi? Un’apparenza banale, per un punto interrogativo che però nasconde i dubbi sulle capacità dei figli digitali: quelle che sembrerebbero tramontare – la concentrazione, la memoria – contro nuove abilità, come imparare da più fonti, creare collegamenti tra le conoscenze. O l’avanzare del digitale nell’editoria: l’e-book è o no un processo inevitabile e incontrastabile? Fino ai confini del digitale e alla riflessione sul rapporto uomo-macchina, appunto.

Di tutto questo, martedì mattina, al Teatro Manzoni di Monza. Una sala senza pareti: gli studenti possono assistere all’apertura dei lavori del Forum e al discorso del direttore generale dell’Unesco Irina Bokova e soprattutto aperta a un numero indefinibile di partecipanti dalla rete, che grazie alla diretta streaming – trasmessa dal sito de “Il Cittadino” – e ai social network hanno potuto assistere al workshop e intervenire nel dibattito.

Sul palco, sospeso sul virtuale, c’era Gianfranco Marrone, docente di semiotica e giornalista: una riflessione, la sua, sul ruolo dei media, di qualunque livello e fino a qualunque livello, dal quotidiano alla guerra in Libia. C’era Nicola Bruno, autore de “La scimmia che vinse il Pulitzer”: dalla sua indagine su “Statsmonkey”, il software che scrive articoli di baseball, ai limiti dell’intelligenza artificiale. C’era l’enigmista Stefano Bartezzaghi, che ha fatto ancora un passo in là, chiedendosi fino a che punto è l’uomo ad aiutare la macchina, quali sono le trasformazioni in atto e se davvero l’informatica è «minor fatica». E c’era Marco De Rossi, ventenne inventore di “Oil project”, un portale che offre lezioni gratuite sui più diversi argomenti. Lui “Nativo digitale”, ha voluto sfatarne il mito, suggerendo ai giovanissimi di cogliere il meglio dalle possibilità della tecnologia. Potete persino inventarvi una scuola.
Letizia Rossi